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Perché tutti vogliono una vacanza all-inclusive (anche chi non l’ammetterebbe mai)

Vacanze all-inclusive 2025: trend in crescita tra relax, comodità e zero pensieri. Ecco perché il "tutto compreso" è diventato il sogno (realizzabile) di milioni di turisti

Perché tutti vogliono una vacanza all-inclusive (anche chi non l’ammetterebbe mai)

C'era un tempo in cui viaggiare significava pianificare ogni singolo dettaglio, confrontare prezzi, impazzire tra voli, hotel e ristoranti. Oggi? Il mantra è uno solo: “zero stress”, ed è qui che entra in scena la vacanza all-inclusive, quella formula che sta facendo impazzire i turisti di tutto il mondo. E non parliamo solo di crociere o villaggi per famiglie: il "tutto compreso" è diventato un vero e proprio status symbol del relax, una scelta sempre più pop, trasversale, irresistibile.

Secondo i dati di Advantage Travel Partnership, oggi il 30% delle vacanze prenotate tramite agenzia è all-inclusive. Otto anni fa era solo il 7%. Un’impennata che non si può ignorare e che racconta molto più di quanto sembri. La verità? Non vogliamo più pensare, vogliamo solo staccare.

Se prima l’all-inclusive veniva associato a formule spartane o limitate, oggi è un universo estremamente variegato: resort di lusso, safari, settimane bianche, crociere glamour, ma anche opzioni più economiche e flessibili. Alcuni pacchetti includono persino esperienze culturali esterne e cene in ristoranti locali, rompendo il vecchio cliché della "gabbia dorata". Il risultato? Si paga tutto in anticipo e poi ci si gode il soggiorno senza più preoccuparsi del portafoglio. Sì, anche il budget respira.

Non è solo questione di comodità, è una reazione al nostro modo di vivere. Siamo sovraccarichi di stimoli, di scelte, di notifiche. In vacanza vogliamo semplicemente mollare il timone e lasciarci trasportare. L’all-inclusive rappresenta questo: una fuga dalla complessità quotidiana, un ritorno al piacere puro, al diritto di non dover decidere.

Il primo all-inclusive della storia fu il Club Med a Maiorca, creato nel 1950 da Gerard Blitz. Oggi quello spirito pionieristico si è trasformato in business intelligente, in risposta diretta a un bisogno profondo: rilassarsi davvero, senza pensieri. E se un tempo i viaggiatori orgogliosi del fai-da-te storcevano il naso davanti a questa formula, oggi sono proprio loro a convertirsi, magari in silenzio, ma con il sorriso stampato in faccia davanti al buffet h24.

Il futuro? Sempre più "tutto incluso"

Con una domanda in crescita e una sempre maggiore attenzione alla personalizzazione, l’all-inclusive non è più un trend passeggero ma un nuovo standard del turismo internazionale. Perché alla fine, diciamoci la verità: chi non vorrebbe una vacanza in cui l’unico pensiero è scegliere tra piscina o spa, cocktail o escursione?

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