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Festival di Cannes 2025

La leggenda della Palma d’Oro: storia del premio più ambito del cinema internazionale

Dietro la storia e il significato della foglia dorata del cinema mondiale

La leggenda della Palma d’Oro: storia del premio più ambito del cinema internazionale

Dal 1955, la Palma d’Oro è il simbolo assoluto del prestigio al Festival di Cannes. Ma da dove nasce questo premio? E perché oggi rappresenta molto più di un semplice riconoscimento cinematografico? Nel mondo del cinema, poche icone evocano tanto prestigio quanto la Palma d’Oro. Dietro quella foglia dorata, cesellata a mano da una storica maison di gioielleria svizzera, si nasconde una storia fatta di rivoluzioni artistiche, polemiche infuocate, film indimenticabili e un po’ di leggenda.

Dalle origini alla Palma: una metamorfosi simbolica

Il Festival di Cannes nasce nel 1946 come risposta artistica e diplomatica alla Mostra di Venezia, allora politicamente compromessa. Fino al 1954, il premio principale si chiamava Grand Prix du Festival, assegnato in modo piuttosto libero: a volte a più film, a volte a nessuno.

La Palma d’Oro come la conosciamo oggi arriva nel 1955, con l’intento di dotare il Festival di un simbolo forte e riconoscibile. Il design richiama lo stemma della città di Cannes, che ha una palma come emblema araldico. Il primo a riceverla fu Delbert Mann per Marty, una commedia romantica americana diventata poi un classico.

'Marty' di Delbert Mann, premiata a Cannes

Palme memorabili: da Tarantino a Bong Joon-ho

Da allora, la Palma ha premiato alcuni tra i film più rivoluzionari del Novecento e del nuovo millennio. Basti pensare a:

  • La dolce vita di Federico Fellini (1960)
  • Apocalypse Now di Francis Ford Coppola (1979)
  • Pulp Fiction di Quentin Tarantino (1994) – una vittoria tanto esaltante quanto discussa
  • La stanza del figlio di Nanni Moretti (2001) – unica Palma italiana degli ultimi decenni
  • Parasite di Bong Joon-ho (2019) – primo film sudcoreano a vincere, poi Oscar come Miglior Film
  • Anora di Sean Baker (2024), ultimo ricevitore della Palma che ha poi vinto quattro Oscar incluso Miglior Film

Sean Baker, ricevitore della Palma d'oro per 'Anora' nel 2024

Alcune edizioni hanno fatto scuola per l’audacia delle scelte, altre hanno suscitato feroci critiche: Cannes, del resto, è anche questo. Un palcoscenico dove si celebrano il cinema d’autore, la provocazione e il rischio.

Dietro le quinte: giurie e decisioni

Ogni anno una giuria internazionale, presieduta da registi, attori o autori di spicco, assegna la Palma. Non mancano gli aneddoti: nel 2013 Steven Spielberg premiò La vita di Adèle, scatenando il dibattito su come il Festival tratti la rappresentazione femminile. Oppure nel 2023, quando Anatomie d’une chute vinse sotto la guida di una giuria capitanata da Ruben Östlund, due volte palmarès.

Molto più di un trofeo

Ottenere la Palma d’Oro significa entrare nella storia del cinema. Per molti registi, è un passaporto per la notorietà internazionale, per altri una consacrazione definitiva. Ma è anche un indicatore di tendenza: racconta cosa il cinema sta cercando di dire in quel preciso momento storico. Cannes è un laboratorio culturale, e la Palma il suo verdetto artistico.

La Palma d’Oro onoraria: un tributo ai maestri del cinema

Oltre alla Palma d’Oro assegnata ai film in concorso, il Festival di Cannes celebra anche il contributo straordinario di alcune figure leggendarie del cinema con la Palma d’Oro onoraria. Questo riconoscimento speciale, introdotto nel 2002, non premia un singolo film, ma l’intera carriera e l’impatto duraturo di registi, attori e personalità che hanno segnato profondamente la storia della settima arte.

Tra i premiati si trovano nomi come Clint Eastwood, Woody Allen, Agnès Varda e Manoel de Oliveira, autentici pilastri del cinema mondiale. La Palma d’Oro onoraria rappresenta un riconoscimento simbolico, un modo per Cannes di rendere omaggio a chi, attraverso decenni di innovazione artistica e passione, ha influenzato generazioni di cineasti e appassionati, consacrando il Festival anche come custode della memoria cinematografica globale.

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