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Apple rompe con Google? L’iPhone guarda all’intelligenza artificiale

Eddy Cue annuncia cambiamenti radicali: Safari integrerà chatbot IA e il futuro post-smartphone non è più fantascienza

Apple rompe con Google? L’iPhone guarda all’intelligenza artificiale

Non è più fantascienza ipotizzare un iPhone senza Google come motore di ricerca predefinito. E ancor più sorprendente, non è impensabile un futuro senza iPhone. A sostenerlo non è un analista ribelle né un fan Android, ma Eddy Cue, storico dirigente Apple e attuale responsabile della divisione dei servizi digitali. È stato proprio lui, durante una testimonianza chiave nel processo antitrust che vede Alphabet, la holding di Google, sotto accusa negli Stati Uniti, a lasciare intendere una svolta epocale: Apple potrebbe presto dire addio all’alleanza con Big G.

Il campanello d’allarme è arrivato con un dato senza precedenti: per la prima volta in 22 anni, il numero di ricerche effettuate su Safari è in calo. Una tendenza che colpisce al cuore l’accordo multimiliardario tra Apple e Google – circa 20 miliardi di dollari l’anno – che garantisce a quest’ultima il ruolo di motore di ricerca predefinito su iPhone, iPad e Mac.

Il motivo? I chatbot di intelligenza artificiale generativa. Sempre più utenti, soprattutto tra i più giovani, preferiscono interrogare assistenti virtuali come ChatGPT, Claude o Perplexity per ottenere risposte immediate e sintetiche, piuttosto che affidarsi ai tradizionali elenchi di link proposti da Google Search. Una tendenza che non è sfuggita nemmeno a Google, che ha corso ai ripari introducendo AI Overview nelle sue ricerche.

Durante la sua audizione, Cue ha spiegato che Apple sta valutando una profonda ristrutturazione del proprio browser Safari, con l’obiettivo di integrare motori di ricerca conversazionali basati su IA. Tra i nomi emersi: Anthropic, Perplexity e OpenAI – quest’ultima già parte del progetto Apple Intelligence, alternativa potenziata a Siri. Un eventuale accordo con Perplexity, già presente nei nuovi smartphone Motorola Razr 60 ed Edge 60, potrebbe cambiare le carte in tavola. “Li aggiungeremo anche se non saranno soluzioni predefinite, finché non miglioreranno”, ha dichiarato Cue, aprendo ufficialmente la porta all’adozione di questi strumenti nei dispositivi Apple.

Ma l’affermazione che ha fatto più scalpore riguarda proprio l’iPhone. “Tra dieci anni potremmo non avere più bisogno di un iPhone”, ha dichiarato Cue, delineando uno scenario dove il rapporto tra uomo e tecnologia sarà radicalmente trasformato dall’intelligenza artificiale. Secondo il dirigente, l’IA sta ridefinendo il concetto stesso di interfaccia: non più dispositivi da toccare, ma assistenti da interpellare, capaci di agire, comprendere e rispondere. Un cambio di paradigma che aprirà spazi a nuovi attori e potrebbe rimpiazzare icone storiche come lo smartphone.

Se Google trema per l’eventuale fine dell’accordo con Apple, anche Cupertino si prepara a una trasformazione profonda. In gioco non c’è solo un contratto miliardario, ma l’identità stessa di un’azienda che ha costruito il suo impero sulla centralità del dispositivo. Il prossimo passo? Trasformare Safari in un hub di intelligenza artificiale, pronto a competere con gli strumenti conversazionali più evoluti. E forse, un giorno, superare del tutto la logica dello schermo. La sfida è lanciata. E il futuro è già iniziato.

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