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'La Vendetta dei Sith': il riscatto e la rinascita dei prequel a 20 anni dall'uscita

Da critica aspra a pietra miliare culturale e pop

'La Vendetta dei Sith': il riscatto e la rinascita dei prequel a 20 anni dall'uscita

"È finita Anakin, sto più in alto di te", "Hai mai sentito parlare della tragedia di Darth Plagueis il Saggio?", "Dov'è Padmé? Sta bene? Sta bene il bambino?", "Così muore la libertà: sotto scroscianti applausi." 

Queste sono alcune delle citazioni che hanno reso Star Wars Episodio III - La Vendetta dei Sith, uno dei prodotti Star Wars più amati dai fan. Oggi, al suo 20° anniversario, la pellicola conclusiva dei prequel che hanno raccontato le origini e l'ascesa di Anakin Skywalker/Darth Vader è sempre di più celebrata e apprezzata dai fan della generazione che è cresciuta con i prequel nonostante le aspre criticità iniziali.

La Vendetta dei Sith, o meglio, il Riscatto dei prequel

Episodio III - La Vendetta dei Sith era uscito dopo sei anni e due film prequel precedenti che non avevano riscosso un immediato successo. Il voler raccontare, a distanza di 20 anni, la origin story del cattivo più amato del genere fantascientifico, era un desiderio che molti fan volevano veder realizzato e, com'è stato per anche il primo episodio sequel, Episodio I - La Minaccia Fantasma aveva visto sale che straripavano di fan. Ma la critica di allora non era così sensibile come oggi. 

Per tutti i film, La Minaccia Fantasma, L'Attacco dei Cloni e La Vendetta dei Sith, la critica era stata aspra e andava ad attaccare non solo la regia di George Lucas ma anche gli attori che avevano interpretato Anakin Skywalker/Darth Vader, Jake Lloyd in La Minaccia Fantasma, che allora era solo un bambino, e Hayden Christensen, all'epoca appena 20enne. Una critica che si è trasformata in attacco mediatico (e, per intendersi, attacco mediatico al tempo non significavano social media ma giornali e attacchi fatti per strada), fatto di insulti gratuiti che miravano al rendere le vite degli attori ancora più difficili

Jake Lloyd ne ha sofferto più di tutti: dopo aver interpretato il piccolo Anakin, la sua performance è stata ampiamente criticata e il risultato è stato sconcertante, tra bullismo a scuola, la diagnosi di schizofrenia paranoide e un arresto a seguito di guida senza patente. Solo negli anni 2020 ha cominciato a migliorare, sia in salute che nella società, ma il suo esempio è lampante quando si parla di 'celebrità precoce' e di come bambini come lui, che avevano il semplice sogno di partecipare a progetti come Star Wars, siano i primi a risentirne

Un destino simile non è stato però per Hayden Christensen, che ha ottenuto il ruolo di Anakin appena dopo essersi diplomato. Aveva studiato recitazione (tra l'altro con Rosario Dawson, che avrebbe interpretato l'apprendista di Anakin, Ahsoka) e ha ottenuto il ruolo del Jedi diventato Signore dei Sith, che ha interpretato per l'Episodio II e Episodio III. Christensen era alle sue prime esperienze come attore e una pressione simile come quella di Darth Vader era risentita e, dopo l'uscita dei film, ha portato l'attore a distanziarsi dalle grandi produzioni cinematografiche, a parte L'ultimo sogno, per il quale aveva ricevuto una candidatura come Migliore Attore ai Golden Globes

Solo dopo anni, quando le nuove generazioni sono cresciute e hanno iniziato ad apprezzare i film prequel, che anche gli attori sono ritornati alla ribalta. Christensen è ritornato sul set di Star Wars con la maschera di Vader in Obi-Wan Kenobi, spinoff sul personaggio interpretato da Ewan McGregor. Anche dopo la serie, nonostante non abbia riscosso grandissimo successo, ha riacceso nei fan la nostalgia dei prequel e Christensen è entrato nei cuori degli spettatori. 

Quindi, il fattore dominante che ha riscattato i prequel è stato il tempo: se prima era un film accusato di essere 'teatrale' e 'freddo di profondità', oggi, La Vendetta dei Sith viene riletto come il capitolo più drammatico e coerente dell’intera trilogia prequel. Non solo conclude il percorso narrativo di Anakin Skywalker, ma offre anche una delle rappresentazioni più spietate e politiche della saga di Star Wars, con l’ascesa di un regime autoritario, la manipolazione del consenso e il tradimento della fiducia. 

Il film è inoltre ricordato per l’impatto estetico: le scenografie di Mustafar, Coruscant e Utapau, il montaggio parallelo tra l’Ordine 66 e il parto di Padmé, l'iconica battaglia finale tra Anakin e Obi-Wan e la colonna sonora di John Williams al massimo della potenza tragica, hanno scolpito nell’immaginario collettivo sequenze che ancora oggi emozionano. Anakin non è più solo “il cattivo”, ma una figura tragica, umanissima, vittima e carnefice al tempo stesso.

Vent’anni dopo, possiamo dirlo con chiarezza: La Vendetta dei Sith non è solo il punto di svolta della saga, ma uno dei film fondamentali per comprendere l’evoluzione della cultura pop del XXI secolo. E se l’Impero è cominciato con un applauso, la rivalutazione dei prequel è cominciata quasi per gioco… e si è trasformata in amore sincero.

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