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L'allarme

"Svapare" può provocare la malattia del “polmone da popcorn”: ecco di che cosa si tratta

A testimoniarlo un episodio verificatosi negli Stati Uniti, che ha avuto come protagonista un adolescente

"Svapare" può provocare la malattia del “polmone da popcorn”: ecco di che cosa si tratta

"Svapare" o meglio, fumare con la sigaretta elettronica, è un fenomeno sempre più diffuso, in particolare per quelle persone che cercano di togliersi il vizio. Ma questa abitudine sempre più consolidata, è stata associata ad una pericolosa malattia. Si chiama “polmone da popcorn”, ma il suo nome scientifico è bronchiolite obliterans, una malattia rara e irreversibile che colpisce le piccole vie respiratorie dei polmoni. Chi ne soffre vive con una tosse costante, difficoltà a respirare e un sibilo continuo che segnano una condizione grave e spesso definitiva.

A dimostrarlo è un episodio recente. Il protagonista è un adolescente negli Stati Uniti ha ricevuto questa diagnosi dopo aver "svapato" di nascosto per circa tre anni. Un monito chiaro: la sigaretta elettronica non è affatto innocua. La malattia deve il suo nome all’esposizione a una sostanza chimica chiamata diacetile, usata per conferire ai popcorn quel caratteristico aroma burroso. Se ingerita, la sostanza è innocua, ma se inalata diventa un veleno per i polmoni, scatenando infiammazioni e cicatrici irreversibili.

Il diacetile e i suoi sostituti sono stati individuati in diversi prodotti per la sigaretta elettronica, soprattutto quelli non regolamentati. Mentre nell’Unione Europea e nel Regno Unito l’uso del diacetile è vietato, negli Stati Uniti è ancora consentito, e le sigarette elettroniche illegali spesso aggirano qualsiasi controllo di sicurezza. Il problema è che molti aromi fruttati, apparentemente innocui, contengono sostanze chimiche che, pur sicure da mangiare, si trasformano in tossine mortali una volta inalate.

La parte più inquietante? Non esiste cura per il polmone popcorn. Una volta che i polmoni sono danneggiati, il danno è permanente, e in alcuni casi l’unica speranza è un trapianto.

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