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Economia e dazi
20 Maggio 2025 - 18:20
Shein, colosso dell’ultra fast fashion, continua a muoversi sullo scacchiere globale per rafforzare la propria posizione. Secondo quanto riportato da Reuters, il gigante cinese ha preso in affitto un ampio magazzino in Vietnam, il primo nel Paese, in quella che appare come una mossa strategica per ridurre la propria dipendenza dalla Cina e contenere gli effetti delle turbolenze commerciali tra Pechino e Washington.
Il nuovo centro logistico sorgerà nei pressi di Ho Chi Minh City, cuore pulsante dell’economia vietnamita, su un’area industriale di circa 15 ettari. Le informazioni, fornite da fonti vicine all’operazione che hanno preferito rimanere anonime, rivelano un importante passo nella riorganizzazione delle catene di approvvigionamento della piattaforma, che negli ultimi anni ha basato quasi tutta la sua produzione in Cina.
La decisione arriva in un momento delicato per le relazioni economiche tra Stati Uniti e Cina. Nonostante una recente riduzione temporanea delle tariffe — dal 145% al 30% — sui beni importati dalla Cina, resta l'incertezza sul futuro dei dazi e, soprattutto, l’abolizione dell’esenzione de minimis, che consentiva l’ingresso senza dazi di merci di valore inferiore agli 800 dollari. Quest’ultima misura, eliminata dall’amministrazione Trump a partire dal 2 maggio, ha reso il quadro commerciale ancora più complesso per aziende come Shein.
Non è la prima volta che il marchio esplora alternative produttive al di fuori della Cina: in passato aveva già annunciato l’intenzione di ampliare la propria rete di fornitori in Paesi come Turchia e Brasile. Il Vietnam, con la sua manodopera competitiva e la posizione strategica nel Sud-est asiatico, si inserisce ora come un tassello chiave nella nuova mappa logistica del brand.
Anche alcuni produttori cinesi stanno seguendo la stessa traiettoria, trasferendo parte delle proprie attività nel Paese per rispondere alla crescente domanda e alla necessità di aggirare le barriere doganali. Il risultato? Un progressivo spostamento degli ordini dal sud della Cina al territorio vietnamita.
Nel frattempo, Shein ha nuovamente congelato i suoi piani di quotazione in Borsa a Londra. Nonostante l’autorizzazione formale ricevuta dalle autorità britanniche, l’incertezza legata al regime tariffario ha spinto l’azienda a posticipare il debutto. Tuttavia, secondo fonti vicine al dossier, l’IPO non è stata completamente accantonata e potrebbe essere rilanciata in un secondo momento.
Con questa mossa in Vietnam, Shein dimostra di non voler semplicemente reagire agli eventi, ma di anticiparli, cercando nuove strade per sostenere il proprio modello di business iper-veloce e competitivo. E, forse, di iniziare a scrivere un nuovo capitolo della sua espansione globale.
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