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Screening oncologici in calo: 50.000 tumori non diagnosticati

La bassa adesione ai programmi di prevenzione e le disparità regionali mettono a rischio la salute dei cittadini italiani

Screening oncologici in calo: 50.000 tumori non diagnosticati

Immagine di repertorio

Nel 2023, oltre 50.000 tumori non sono stati individuati in tempo grazie alla bassa adesione ai programmi di screening oncologici in Italia. Questi numeri, forniti dal Report 2023 dell’Osservatorio Nazionale Screening (Ons), evidenziano un trend preoccupante, con particolari lacune nella diagnosi precoce di tumori come quelli al seno, alla cervice uterina e al colon-retto. Secondo Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, milioni di cittadini hanno ignorato o non hanno ricevuto gli inviti per sottoporsi ai controlli gratuiti. I dati mostrano anche profonde disuguaglianze tra le diverse Regioni italiane.

Il report ha rivelato che 10.900 carcinomi mammari, 10.300 lesioni pre-cancerose del collo dell’utero e oltre 5.200 tumori del colon-retto sono sfuggiti a diagnosi che avrebbero potuto essere precoci. Cartabellotta ha spiegato che la mancata adesione agli screening è una delle cause principali di questo “buco” nella prevenzione. Nonostante il Servizio sanitario nazionale offra controlli gratuiti per le fasce d’età più vulnerabili, solo 6.9 milioni di cittadini su 16 milioni invitati a eseguire il test di screening hanno effettivamente partecipato. Le percentuali di adesione variano enormemente da Regione a Regione, con il Sud Italia che, in generale, presenta tassi significativamente più bassi.

Il problema non è solo legato alla scarsa adesione dei cittadini, ma anche a una gestione disomogenea degli inviti per gli screening. Regioni come la Calabria, la Sicilia e la Sardegna si trovano all'ultimo posto per adesioni, con percentuali che non superano il 10%, mentre il Veneto e l’Emilia-Romagna sono tra le regioni più virtuose, con adesioni superiori al 60%. Questo divario crea una realtà sanitaria a due velocità, dove l'accesso alla prevenzione dipende fortemente dal luogo di residenza. Cartabellotta ha sottolineato che le carenze organizzative nelle Regioni del Sud sono un fattore determinante per la mancata adesione, che in alcune aree è sotto la soglia del 40%.

Per contrastare il declino degli screening oncologici, Cartabellotta ha evidenziato la necessità di rafforzare le politiche sanitarie, migliorando le capacità organizzative delle Regioni e intensificando le campagne di sensibilizzazione. “L’adesione agli screening organizzati porta a diagnosi precoci, trattamenti tempestivi e una maggiore probabilità di guarigione”, ha affermato.

Per raggiungere l’obiettivo europeo di coprire almeno il 90% della popolazione target con gli screening entro il 2025, è necessario un impegno concreto. Cartabellotta ha sottolineato che la prevenzione è la chiave per ridurre i decessi per tumore, migliorare la qualità della vita e alleggerire la pressione sul sistema sanitario. 

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