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Trend dal passato

La Y2K, dalla paura del millennium bug al ritorno glitterato di una moda immortale

Come un'ansia tecnologica ha plasmato l'estetica iconica che affascina la Gen Z oggi

La Y2K, dalla paura del millennium bug al ritorno glitterato di una moda immortale

C’era una volta... il panico per il nuovo millennio. Poi sono arrivati i jeans a vita bassa, i flip phone e le star pop vestite di rosa metallizzato. Oggi, il trend Y2K è tornato più forte che mai tra i giovani — ma pochi sanno che questa estetica nasce da una paura informatica, prima ancora che da Paris Hilton o Britney Spears fino a Keira Knightley.

Tutto parte da un bug (letteralmente)

Nel 1999, il mondo intero tremava per un possibile disastro tecnologico noto come Y2K bug (o “Millennium Bug”). Nei vecchi sistemi informatici, l’anno veniva memorizzato con solo due cifre: “99” per 1999. Il timore era che, allo scoccare del 2000, i computer leggessero “00” come 1900, causando crash a catena in banche, ospedali, aeroporti, centrali elettriche.

Spoiler: non successe nulla di catastrofico, ma l’allarme globale creò un clima da fine del mondo, insieme a una nuova estetica legata alla tecnologia: cibernetica, fredda, futuristica, ma anche colorata e giocosa.

Britney Spears, Paris Hilton e Keira Knightley

Y2K: l’estetica dei primi anni 2000

Tra il 1999 e il 2005, la moda e la cultura pop cominciano a riflettere quel misto di ansia per il futuro e ossessione per la novità:

  • Moda: jeans a vita bassa, top cortissimi, minigonne, giacche argentate, occhiali a visiera, borse baguette, loghi ovunque (Dior, Guess, Baby Phat)
  • Tecnologia pop: telefoni a conchiglia, Tamagotchi, lettori MP3, SMS e suonerie polifoniche
  • Icone: Britney Spears, Christina Aguilera, Destiny’s Child, Lindsay Lohan, Mean Girls, The Matrix, Bratz, e i primi reality show come The Simple Life

Olivia Rodrigo, Dua Lipa e Doja Cat

Questa estetica, vista oggi, è un mix nostalgico di glamour trash, cyber punk leggero e innocenza digitale.

Perché è tornato (e perché piace ai Gen Z)

A partire dal 2020, complici TikTok, Instagram e Depop, l’estetica Y2K è tornata fortissimo tra i giovani, spesso rielaborata in chiave ironica o femminista:

  • La Gen Z non ha vissuto gli anni 2000 da adulti: il Y2K per loro è mitologia pop.
  • Il trend è sfuggente: può essere glitterato o gotico, bubblegum o minimal techno.
  • Il fashion ha riscoperto brand e look del passato (Diesel, Blumarine, Miss Sixty), mentre molte popstar (Dua Lipa, Olivia Rodrigo, Doja Cat) sfoggiano outfit direttamente ispirati all’epoca.

Inoltre, il trend Y2K è anche un modo di esorcizzare il presente: in un mondo post-pandemia, instabile e ansioso, tornare all’immaginario naïf e ipercolorato degli anni 2000 è una forma di “comfort aesthetic”.

Y2K oggi è molto più di un revival estetico. È una forma di nostalgia digitale, una reinterpretazione collettiva di un’epoca in cui il futuro sembrava al tempo stesso pauroso e pieno di promesse. Che si tratti di un crop top rosa o di un sito glitchato anni ‘00, il Y2K ci ricorda quanto il passato recente possa essere una fonte di creatività, identità e gioco.

A conferma del ritorno in grande stile del fenomeno, nel 2024 è uscito anche un film che riporta l'immaginario Y2K sul grande schermo: si chiama proprio “Y2K”, è una commedia horror diretta da Kyle Mooney, e tra i protagonisti c’è Rachel Zegler (West Side Story, Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente). Il film, ambientato durante un party di Capodanno nel 1999, immagina cosa sarebbe successo se il Millennium Bug avesse davvero causato il caos globale — tra esplosioni, paranoia e tamagotchi impazziti.

Una prova in più che il bug del 2000, anche se non è mai esploso, continua a vivere nei nostri armadi, nei nostri feed… e ora anche al cinema.

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