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Spotify guida la rivoluzione digitale della musica italiana: numeri e prospettive 2025

Gli indipendenti valgono il 40% delle royalty italiane, ma la sostenibilità economica resta una sfida aperta

Spotify guida la rivoluzione digitale della musica italiana: numeri e prospettive 2025

L’Italia del mercato streaming, osservata attraverso i dati di Spotify, mostra una crescita costante con quasi 150 milioni di euro versati nelle casse della discografia. Un dato incontrovertibile che indica una tendenza positiva. Particolarmente significativo è il riconoscimento della lingua italiana tra le otto lingue che generano più royalty, superando quota 100 milioni di dollari. Accanto a inglese, spagnolo, giapponese, coreano, francese, portoghese e tedesco, l’italiano si conferma tra le lingue più redditizie a livello globale.

Tuttavia il quadro non è del tutto roseo. Nonostante la crescita complessiva, la maggior parte degli artisti fatica ancora a ottenere guadagni significativi dallo streaming. Secondo uno studio del 2023 dell’Università del Sacro Cuore di Milano e Itsright, il 79,33% degli artisti intervistati ha dichiarato di non ricavare nulla o quasi nulla dalle piattaforme di streaming. Solo una piccola parte guadagna fra l’1% e il 25% del proprio reddito grazie agli ascolti digitali.

I dati del 2024 mostrano però un trend di crescita importante: le royalty generate dagli artisti italiani su Spotify sono cresciute del 20% rispetto all’anno precedente, con valori più che triplicati rispetto al 2019. Rispetto alla crescita totale del mercato musicale italiano, che nel 2024 ha registrato un +8,5%, e solo dello streaming, che ha segnato un +13,6%, l’aumento delle royalty italiane si posiziona dunque ancora più in alto. Negli ultimi cinque anni è raddoppiato il numero di artisti che superano soglie di royalty significative come 10mila, 50mila e 100mila euro. A livello globale, Spotify ha distribuito una cifra record di 10 miliardi di dollari all’industria musicale.

È importante però sottolineare che le royalty non vengono pagate direttamente agli artisti in molti casi, ma ai detentori dei diritti, che possono essere etichette discografiche, editori, distributori, management e altri soggetti coinvolti. La quota effettiva che arriva all’artista dipende dagli accordi e dalla posizione contrattuale, spesso più favorevole per artisti di grande successo e meno per quelli emergenti o indipendenti.

Spesso si parla del compenso per singolo stream, ma la ripartizione è più complessa: lo "streamshare" rappresenta la percentuale di ascolti di un brano sul totale degli streaming in un determinato mercato, e le royalty totali dipendono dai ricavi generati da abbonamenti e pubblicità in quel paese. Di conseguenza, il valore di un singolo ascolto varia da nazione a nazione.

Un dato interessante riguarda la crescita della lingua italiana nel panorama globale: con oltre 100 milioni di dollari di royalty generate, l’italiano entra nel gruppo delle lingue più ascoltate e remunerative. Inoltre, negli ultimi dodici mesi, gli artisti che hanno guadagnato almeno un milione di dollari su Spotify hanno pubblicato musica in ben 17 lingue diverse, più del doppio rispetto al 2017.

Tuttavia, gli artisti di successo rimangono una nicchia, mentre la cosiddetta "classe media" dello streaming fatica a emergere. Il mercato internazionale riveste un’importanza crescente: circa metà delle royalty italiane proviene da ascoltatori esteri. Gli Stati Uniti, in particolare, sono il paese con più playlist generate dagli utenti contenenti artisti italiani, superando l’Italia stessa. Tra i protagonisti principali troviamo nomi come Måneskin, Ludovico Einaudi e Meduza.

Gli artisti indipendenti stanno conquistando uno spazio significativo: nel 2024 hanno generato circa 5 miliardi di dollari su Spotify, pari a metà delle royalty totali sulla piattaforma. In Italia, circa il 40% delle royalty deriva da artisti o etichette indipendenti. La definizione di "indipendente" è però sfumata, includendo anche artisti con un certo potere contrattuale e capacità di gestire diritti tramite proprie etichette, sebbene con una distribuzione di guadagni molto disomogenea.

In sintesi, i numeri delineano un quadro di crescita per lo streaming musicale italiano, con una sempre maggiore presenza e redditività della musica in lingua italiana a livello globale. Resta tuttavia una distanza significativa tra i grandi nomi e la maggioranza degli artisti, che fatica a sostenersi esclusivamente con le entrate da streaming. Per avere un quadro più completo sarebbe necessario disporre di dati più ampi e articolati, ma la strada verso una sostenibilità concreta per tutti gli attori della filiera appare ancora lunga.

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