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Adesso possiamo vedere a che cosa mettono like i nostri amici... ma non è una cosa buona

Quando la trasparenza digitale ci spinge a riflettere sulle contraddizioni del nostro io virtuale

Adesso possiamo vedere a che cosa mettono like i nostri amici... ma non è una cosa buona

Per anni abbiamo costruito il nostro personaggio online: profili curati, storie piene di sorrisi, foto pensate, frasi ispirazionali. Instagram è stato il nostro palcoscenico, e noi i registi del nostro feed. Ma ora, qualcosa sta cambiando.

Con una delle ultime funzioni introdotte dalla piattaforma, possiamo vedere i like che i nostri contatti lasciano in giro. Una piccola modifica, certo, ma con un potenziale enorme: quello di svelare chi siamo davvero, quando smettiamo di mettere in scena e iniziamo a interagire senza pensarci troppo.

Perché un like, in fondo, è spesso un gesto impulsivo. Non lo programmiamo. Non lo filtriamo. E in questa nuova trasparenza, viene fuori il lato B della nostra identità digitale. E così, ci troviamo davanti a contraddizioni che fanno riflettere (o sorridere) come l’attivista convinto che applaude i post di politici conservatori oppure la ragazza sempre allegra e solare che mette cuoricini a ogni citazione tragica trovata sotto #Kafka o pure ancora l'amante del cinema d’autore che non perde un meme sui film trash anni 2000.

Senza contare i casi più... delicati. Come la coppia perfetta da copertina, che poi apprezza contenuti su infedeltà, break-up tossici e “red flag” romantiche. O l’ex collega sempre entusiasta del suo lavoro che invece riempie di like i meme sul burnout, sulla voglia di mollare tutto e fuggire a Bali.

E i silenziosi? Quelli che non postano mai, ma passano ore e ore a mettere like a contenuti di ogni tipo? Sono forse i più autentici. Quelli che non vogliono mostrarsi ma vogliono comunque esserci. Anzi, spesso sono proprio loro a lasciare le interazioni più intense e vere. Certo, c’è anche chi rimane coerente. Il fan sfegatato che mette like solo al suo sport, alla sua band o alla sua passione di sempre. Ma sono una minoranza.

Ora la domanda è: questa nuova visibilità cambierà il modo in cui usiamo i social e gli altri? Sapere che altri possono vedere i nostri like ci renderà più “attenti” anche lì, portandoci a rinunciare alla spontaneità? Salveremo i contenuti solo in privato per non esporci troppo?

Chi ha vissuto Instagram dai primi anni forse ricorderà che una funzione simile esisteva già, quella in cui si potevano vedere le attività degli amici (like, follow, commenti). Poi fu rimossa per motivi di privacy, gelosie e piccoli drammi digitali.

Eppure oggi, in modo più sottile, sta tornando. E con lei anche la possibilità di scoprire chi si nasconde dietro un post apparentemente innocuo. In fin dei conti, quello che pubblichiamo è la nostra faccia da “serata elegante”. Ma i like... i like sono i messaggi che inviamo in pigiama, distratti. Sono la nostra identità senza trucco. E dicono molto più di quanto vorremmo.

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