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Curiosità

Il Giandujot è la Nutella di ieri: ecco da dove ha preso ispirazione

Da solido a spalmabile, la storia del cioccolato alla nocciola. Partendo da Napoleone per arrivare ai giorni nostri, ecco come la cioccolateria piemontese ha aiutato la Nutella.

Il Giandujot è la Nutella di ieri: ecco come la cioccolateria piemontese l'ha spinta verso il successo

Pane e Nutella

Molti prodotti hanno cambiato funzione nel corso del tempo, altri hanno cambiato solamente forma. Questo è il caso della Nutella che, prima di essere la crema spalmabile tanto amata, aveva le dimensioni e la consistenza di un mattoncino solido - quello dei Giandujot.

Questi cioccolatini a base di pasta di gianduia, derivano dalle mani esperte di abili cioccolatieri piemontesi che hanno saputo rispondere alla crisi del cacao post Seconda guerra mondiale. La trovata geniale è arrivata nel momento in cui si è guardato alle vicine Langhe, un territorio ricco di un seme dalla lavorabilità simile a quella delle fave di cacao: le nocciole. In era napoleonica, quando i contatti con l'Impero Britannico si ritrovavano ai ferri corti - così come l'importazione del cacao - l'utilizzo di questa materia prima è parsa la soluzione più logica. 

Si convenne che la pasta di cacao dovesse essere tagliata con quella di nocciole, e così vide la luce il Gianduia, direttamente dal nome di una delle maschere della Commedia dell'Arte. Al copricapo di questo personaggio si deve infatti la forma dei noti cioccolatini, che grazie a Pietro Ferrero conobbero la fama. Tuttavia, il loro costo elevato ne faceva un prodotto di consumo elitario, lontano dalle mire del suo successore - e figlio - Michele. 

Proprio con lui si mise in atto un'operazione di rebranding, trasformando il Giandujot in Supercrema. Dall'idea di rendere la spalmabilità del prodotto su una fetta di pane un gesto quotidiano, la Nutella arriva sugli scaffali globali e inizia la sua scalata verso il successo odierno.

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