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crisi demografica
23 Maggio 2025 - 16:05
L’Unione Europea si trova di fronte a una crisi demografica profonda e strutturale, destinata a ridefinire le priorità politiche, economiche e sociali dei prossimi decenni. I dati diffusi da Eurostat il 20 maggio 2025 mostrano un quadro complesso: la popolazione cresce leggermente, ma invecchia rapidamente, mentre il calo della natalità accentua gli squilibri tra i Paesi membri.
Al 1° gennaio 2024, la popolazione dell’UE ha raggiunto 449 milioni di abitanti, con un incremento dello 0,4% rispetto all’anno precedente. Questo aumento di 1,6 milioni di persone è dovuto principalmente alla ripresa dei flussi migratori post-Covid e all’arrivo di rifugiati ucraini. Senza questo apporto esterno, la popolazione europea sarebbe in declino, con un saldo naturale negativo dal 2012 e un tasso di –2,6 per mille nel 2023.
La quota di popolazione sopra gli 80 anni è passata dal 3,8% nel 2004 al 6,1% nel 2024, mentre i bambini sotto i 15 anni sono scesi dal 16,2% al 14,6%. L’Italia è il Paese con la percentuale più bassa di giovani, solo 12,2%, e registra l’età mediana più alta d’Europa, 48,7 anni.
Il tasso di fertilità nell’UE è crollato a 1,38 figli per donna, ben al di sotto del livello di sostituzione generazionale (2,1). In Italia, il dato è ancora più basso (1,21 figli per donna), con un’età media al primo figlio di 29,8 anni, che supera i 31 anni in Italia, Spagna e Irlanda.
L'aspettativa di vita nell'Unione Europea si attesta ora a 81,4 anni, evidenziando una ripresa dopo la drastica diminuzione causata dalla pandemia di Covid-19. Tuttavia, persistono marcate disuguaglianze tra i diversi Stati membri. L'Italia si distingue per una delle più elevate aspettative di vita, pari a 83,5 anni, mentre in alcune nazioni dell'Europa orientale, come la Lettonia e la Bulgaria, tale indice non supera i 76 anni. Il divario di longevità tra i sessi è ancora presente, con le donne che vivono in media 5,3 anni in più rispetto agli uomini, anche se questa differenza si sta progressivamente riducendo.
Nel 2023, quasi 6 milioni di persone si sono trasferite in un Paese dell’UE, la maggior parte proveniente da Paesi terzi. Germania e Spagna hanno assorbito oltre il 40% di questi flussi. Secondo Eurostat, l’immigrazione è ormai l’unica leva capace di controbilanciare il calo demografico naturale. Tuttavia, solo 1,1 milioni di migranti hanno ottenuto la cittadinanza di uno Stato membro, principalmente siriani e marocchini. L’invecchiamento della popolazione mette sotto pressione i sistemi pensionistici e sanitari, mentre il calo della natalità richiede politiche familiari più incisive.
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