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La scoperta

Bevi il tuo espresso e ricorda meglio: l’effetto sorprendente della caffeina sul cervello

Il rischio di demenza senile cala del 36%, la ricerca è avvenuto su un campione di persone over 65

Bevi il tuo espresso e ricorda meglio: l’effetto sorprendente della caffeina sul cervello

Tre tazzine di caffè al giorno potrebbero essere molto più che un semplice piacere. Secondo un ampio studio condotto dall’Università del Wisconsin-Milwaukee, una dose quotidiana di 262 mg di caffeina – l’equivalente di circa tre espressi – sarebbe in grado di migliorare la memoria a lungo termine e ridurre del 36% il rischio di demenza senile.

La ricerca, durata dieci anni, ha coinvolto un campione rappresentativo di persone over 65, monitorate attraverso questionari alimentari, test cognitivi e visite periodiche. I ricercatori hanno osservato una correlazione statisticamente significativa tra il consumo regolare di caffeina e la preservazione delle funzioni cerebrali, in particolare nell’ambito della memoria episodica e del riconoscimento visivo. L’effetto, secondo gli studiosi, sarebbe ancora più marcato nelle donne.

Alla base dell’effetto benefico, spiega il team, vi è l’azione della caffeina sulla noradrenalina, un neurotrasmettitore fondamentale nei processi di consolidamento dei ricordi. Questa sostanza, stimolata dalla caffeina, migliora l’efficienza delle sinapsi coinvolte nella memorizzazione e nel richiamo delle informazioni, favorendo una maggiore plasticità neuronale.

Nei test di riconoscimento visivo e memoria a breve termine, i soggetti che avevano assunto regolarmente caffeina hanno ottenuto risultati superiori del 10% rispetto al gruppo placebo. Un vantaggio che, nel lungo periodo, può rappresentare una barriera importante contro il declino cognitivo.

Il caffè, quindi, non è solo una fonte di energia mattutina, ma potrebbe diventare uno strumento preventivo accessibile e naturale contro la demenza senile. I ricercatori, pur invitando alla moderazione, suggeriscono che un consumo regolare e controllato possa essere integrato in un più ampio stile di vita protettivo, accanto ad attività fisica, alimentazione equilibrata e stimolazione mentale.

In un’epoca in cui le malattie neurodegenerative rappresentano una delle principali sfide della sanità pubblica, un gesto quotidiano come bere un caffè assume un nuovo valore scientifico. La prossima volta che si solleva la tazzina, dunque, si potrà pensare non solo al gusto e alla carica, ma anche alla memoria. Letteralmente.

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