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FOOD & BENESSERE
26 Maggio 2025 - 23:30
Tra marzo e maggio compaiono timidamente sui banchi del mercato, spesso confusi con erbe spontanee. Hanno l’aspetto di un’erba di campo, il nome curioso – barba di frate – e un sapore che sorprende: acidulo, fresco, leggermente ferroso. In Romagna li chiamano lischi, in Umbria riscoli, altrove senape dei monaci. Ma ovunque portano con sé un concentrato di benefici.
Gli agretti sono leggeri, poveri di grassi e calorie (22 ogni 100 grammi), ma ricchissimi d’acqua e fibre. Dentro di loro si nasconde un piccolo tesoro: vitamine A, C e del gruppo B, sali minerali come calcio, ferro e potassio. Bastano pochi minuti di cottura per gustarli al meglio – al vapore, saltati in padella, o semplicemente con limone e olio.
Uno dei loro punti di forza è l’azione depurativa. Ricchi di clorofilla e potassio, stimolano l’attività di fegato e reni, aiutando il corpo a liberarsi dalle tossine e dalla ritenzione idrica. Per questo sono ottimi nei periodi in cui si cerca leggerezza e benessere, soprattutto dopo mesi più sedentari.
La ricchezza di fibre li rende perfetti anche per chi soffre di intestino pigro: favoriscono la regolarità e migliorano la digestione in modo naturale, senza risultare aggressivi. Allo stesso tempo, grazie al contenuto di calcio, sono un sostegno concreto per le ossa e i denti, particolarmente utile nelle fasi di crescita o con l’avanzare dell’età. Non meno importante è la presenza della vitamina A, preziosa per la salute degli occhi e della pelle. In primavera, quando allergie e piccoli disturbi cutanei sono più frequenti, gli agretti possono aiutare a rafforzare le difese dell’epidermide. Anche il metabolismo beneficia del loro consumo: le vitamine del gruppo B, in particolare la B3, aiutano a contrastare la stanchezza e danno tono nei cambi di stagione.
Infine, grazie al loro contenuto di antiossidanti, gli agretti contribuiscono a proteggere il corpo dall’azione dei radicali liberi. Un consumo regolare può favorire il buon funzionamento del sistema cardiovascolare e aiutare a mantenere sotto controllo la pressione.
Quanto alle controindicazioni, sono minime. Gli agretti sono ben tollerati dalla maggior parte delle persone. Le uniche eccezioni riguardano chi soffre di allergie specifiche alla famiglia delle Amaranthaceae o chi ha disturbi intestinali importanti: in questi casi, meglio evitare grandi quantità. Gli agretti durano poco: appena due mesi di gloria, poi scompaiono fino all’anno dopo. Proprio per questo, vale la pena approfittarne. La loro forza è nella semplicità, nella capacità di unire gusto, salute e tradizione in un solo piatto.
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