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CORSA ALLO SPAZIO

SpaceX lancia Starship nel cielo del Texas: «Ora un volo ogni 3 settimane»

Il razzo di SpaceX supera nuovi limiti nel nono volo. Il sogno di Marte è più vicino, ma non ancora realtà

SpaceX lancia Starship nel cielo del Texas: «Ora un volo ogni 3 settimane»

SpaceX ci riprova. E questa volta, almeno in parte, il colosso spaziale di Elon Musk porta a casa un risultato migliore. Dalla base Starbase, nel profondo sud del Texas, è stato lanciato il nono prototipo del razzo Starship, il veicolo che la compagnia punta a utilizzare per portare astronauti e materiali sulla Luna e su Marte. Un volo di prova senza equipaggio, ma dal peso simbolico e tecnico sempre più rilevante.

A confermare l’avvenuto lancio è stata la stessa SpaceX. Il razzo è decollato dalla base che porta lo stesso nome della cittadina in cui si trova – Starbase – un minuscolo centro che ha recentemente scelto di trasformarsi in città. Un dettaglio curioso, che racconta quanto Musk stia legando il destino del territorio a quello delle sue ambizioni spaziali.

Il miliardario ha commentato su X, la piattaforma social da lui acquisita, i progressi del test: «La Starship ha raggiunto il limite di spegnimento previsto per i motori, un grande miglioramento rispetto all'ultimo volo. Nessuna perdita significativa di scudi termici durante la salita.» 



Tuttavia, non è andato tutto come previsto. Durante la fase di rientro nell’atmosfera terrestre, la navicella ha perso il controllo e si è con ogni probabilità disintegrata sopra l’Oceano Indiano. Un epilogo già visto nei test precedenti, a conferma di quanto sia ancora lontano l’obiettivo di un volo completamente riuscito.



Musk però non rallenta. Anzi, annuncia un’accelerazione della cadenza dei test: «Ora abbiamo molti dati utili da analizzare. I prossimi tre voli saranno più ravvicinati, circa uno ogni 3 o 4 settimane.»

Una cadenza più serrata dei test dovrebbe permettere a SpaceX di intervenire più rapidamente sulle criticità ancora aperte. Tra queste, il rientro atmosferico resta il passaggio più delicato: anche in questo volo la navicella ha perso il controllo nella fase finale ed è andata distrutta sopra l’Oceano Indiano. L’affidabilità complessiva del sistema è ancora da consolidare.

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