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Allenamento
28 Maggio 2025 - 17:55
Il motto non ufficiale di Strava, la piattaforma social più popolare per la condivisione delle prestazioni sportive, è “Se non è su Strava, non è successo”. Mai come oggi lo sport è centrale nella vita delle persone, che si tratti di football americano, calcio, Formula Uno, tennis o una corsa in città.
Lo sport muove sempre più persone nel mondo, e in un’epoca dominata dalle innovazioni tecnologiche, la diffusione della cultura sportiva ha avuto un impatto enorme sul mercato globale delle tecnologie applicate allo sport. Si stima che questo settore cresca di oltre il 20% ogni anno fino al 2030, raggiungendo un valore superiore a 55 miliardi di euro.
Le tecnologie sportive indossabili sono sempre più diffuse e miniaturizzate. Si va dagli orologi GPS che forniscono dati in tempo reale su distanza, velocità, ritmo, VO2 max e zone di frequenza cardiaca, ai dispositivi per monitorare il sonno e la salute generale. Vi sono cronometri precisissimi per misurare la prestazione al millesimo di secondo e sofisticati strumenti per analizzare le performance dei calciatori nelle principali serie mondiali. Molti di questi dispositivi sono oggi accessibili a prezzi contenuti e misurano parametri che vanno dall’ottimizzazione del sonno alla cadenza della corsa, dallo sforzo alle calorie bruciate.
Oltre all’abbigliamento, all’alimentazione e alla preparazione, il monitoraggio tecnologico di questi elementi permette agli atleti di migliorare le prestazioni anche di oltre l’1%. Questo aspetto è tenuto in grande considerazione sia dai professionisti, assistiti da staff di esperti, sia dagli amatori, che possono accedere a strumenti sofisticati a costi contenuti.
Il GPS è arrivato sugli orologi sportivi solo a partire dagli anni 2000, mentre il primo cardiofrequenzimetro è stato introdotto da Polar a metà degli anni ’80. Oggi dispositivi sottilissimi calcolano il VO2 max e l’HRV (variabilità della frequenza cardiaca), parametro evoluto che indica lo stato di stress fisico dell’atleta.
Gli sportivi sono quindi costantemente alla ricerca di risposte sul loro stato di forma, monitorando ogni aspetto del corpo e delle abitudini di vita grazie a strumenti indossabili sempre più sofisticati. Tuttavia questo monitoraggio continuo non è privo di rischi. Gli psicologi parlano di un “gioco di numeri” che può prendere il sopravvento sulla naturale capacità di ascoltare il proprio corpo. Un esempio è il dispositivo Whoop, un braccialetto che misura dati biometrici molto significativi e che molti atleti indossano 24 ore su 24 per tutto l’anno.
Il pericolo è che un atleta, leggendo dati poco favorevoli, possa lasciarsi condizionare, riducendo l’intensità dell’allenamento o cancellandolo per timore di infortuni. A volte basta un recupero più lento o una notte di sonno disturbata per alterare i parametri, inducendo l’atleta a pensare che non sia il giorno giusto per spingere. Poiché l’allenamento è soprattutto la capacità di spingere corpo e mente oltre i propri limiti per produrre adattamenti e diventare più forti, una lettura ossessiva e negativa dei dati può risultare controproducente e persino dannosa.
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