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Scuola estera
28 Maggio 2025 - 19:10
Negli Stati Uniti, come in molti altri Paesi, la previdenza sociale rappresenta un elemento fondamentale per il benessere di milioni di anziani. Tuttavia, il suo futuro appare incerto: gli esperti avvertono che, senza interventi di riforma, i fondi destinati a sostenere le prestazioni sociali potrebbero esaurirsi entro il 2035, causando tagli automatici ai pagamenti.
In questo scenario Scott Galloway, professore della New York University noto per le sue posizioni provocatorie, ha avanzato una proposta radicale: eliminare i sussidi per circa un terzo degli attuali beneficiari, sostenendo che molti di loro non ne abbiano realmente bisogno. Nel suo podcast, Galloway ha spiegato che tra il 10 e il 30% dei destinatari della previdenza sociale appartiene alla fascia più ricca della popolazione americana, e continuare a versare loro pensioni rappresenta un trasferimento di ricchezza ingiusto, dalle generazioni più giovani e meno abbienti verso i pensionati più facoltosi.
Riferendosi ai baby boomer, oggi pensionati, Galloway ha affermato che si tratta della generazione più ricca della storia, e che ogni anno circa 1,2 trilioni di dollari vengono trasferiti dai giovani, spesso in difficoltà, a persone che in molti casi non ne hanno bisogno, segnalando così un sistema che non funziona come dovrebbe.
La proposta di tagliare le pensioni a un terzo degli anziani non è solo una questione morale, ma anche strutturale. Il sistema previdenziale, infatti, nasce come meccanismo di redistribuzione, ma nella pratica tende a favorire i più ricchi. Secondo dati della Federal Reserve, il 10% più abbiente detiene un patrimonio netto medio di 7,8 milioni di dollari, e per questo gruppo la perdita di un sussidio mensile avrebbe un impatto minimo o nullo sulla qualità della vita. Al contrario, per molti giovani lavoratori, l’onere fiscale per mantenere il sistema ha un peso significativo.
Galloway critica anche il tetto fiscale sui contributi previdenziali: negli Stati Uniti entro il 2025, solo i primi 176.100 dollari di reddito saranno tassati, il che significa che un miliardario paga lo stesso contributo previdenziale di un professionista della classe media. Una proposta diffusa per affrontare la crisi finanziaria della previdenza sociale è quella di eliminare questo limite per i redditi superiori a 400.000 dollari, ma gli esperti sostengono che ciò ritarderebbe il collasso del fondo solo di circa vent’anni.
Alcune organizzazioni come il Manhattan Institute condividono in parte il pensiero di Galloway sostenendo che mantenere i benefici per i pensionati ad alto reddito comporta una redistribuzione regressiva e che aumentare tasse e contributi per finanziare queste prestazioni rappresenta uno dei più grandi e ingiusti trasferimenti di ricchezza tra generazioni.
La proposta di Galloway ha acceso un acceso dibattito negli Stati Uniti e in altri Paesi, sollevando un tema delicato: la previdenza sociale deve essere un diritto universale garantito dal versamento dei contributi, oppure un sistema calibrato sulle esigenze economiche di ciascun individuo? Pur controversa, questa visione obbliga a confrontarsi con una realtà scomoda: mantenere il sistema pensionistico attuale potrebbe avere conseguenze altrettanto ingiuste, ma a danno delle nuove generazioni.
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