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Natura
28 Maggio 2025 - 18:45
Per decenni è stata una sorta di leggenda, un fantasma tra le savane dell’Africa. Nessun naturalista era riuscito a fotografarla, studiarla o anche solo confermarne l’esistenza. Ma oggi, per la prima volta nella storia, l’antilope dell’Upemba – o lichi dell’Upemba (Kobus anselli) – è stata finalmente documentata e fotografata nel suo habitat naturale, nel sud della Repubblica Democratica del Congo.
L'avvistamento è avvenuto nella remota Depressione di Kamalondo, all’interno del Parco Nazionale di Upemba, dove un recente censimento aereo ha contato appena dieci esemplari. I dati, pubblicati sull’African Journal of Ecology, rappresentano il primo aggiornamento scientifico sulla popolazione della specie da oltre cinquant’anni. Fino a oggi, il lichi dell’Upemba era considerato quasi estinto, classificato dalla IUCN come “in pericolo critico” e conosciuto solo per descrizioni vaghe e pochi reperti storici. Secondo Manuel Weber, responsabile del Dipartimento di Ricerca e Biomonitoraggio del parco e primo autore della pubblicazione scientifica, «il fatto che esistano ancora degli esemplari è quasi un miracolo. Ma senza un intervento immediato, sono destinati a sparire».
La situazione è drammatica: meno di 100 individui sopravvivono in un ecosistema fragile e in continuo cambiamento. Minacciati da bracconaggio, perdita di habitat e cambiamenti climatici, questi animali si aggirano in zone umide e inaccessibili, sempre più ridotte e degradate. «Questa immagine – ha detto Weber – può essere un punto di partenza per salvarla. Potrebbe essere davvero la nostra ultima possibilità». E proprio la mancanza di visibilità ha reso la specie ancora più vulnerabile: senza foto, senza storie, senza attenzione mediatica, nessuno sembrava ricordarsi della sua esistenza.
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