In un’epoca in cui la produttività passa attraverso uno schermo, il lavoro d’ufficio ha assunto una forma tanto efficiente quanto insidiosa. Stare seduti per otto ore al giorno davanti a un computer può sembrare una routine innocua, ma la scienza lancia da anni segnali d’allarme: il lavoro sedentario è una minaccia concreta per la salute fisica — e, in parte, anche per quella mentale (sebbene su questo punto l’opinione pubblica sembri ormai essersi anestetizzata).
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Nel 2016, l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva classificato l’inattività fisica come il quarto fattore di rischio per la mortalità globale. Uno studio pubblicato su The Lancet ha sottolineato che stare seduti per più di 8 ore al giorno aumenta significativamente il rischio di morte prematura, paragonando gli effetti a quelli del fumo di sigaretta.
Il lavoro al computer rappresenta oggi una delle principali fonti di sedentarietà cronica. E non è solo una questione di postura.
Tra le prime vittime della vita d’ufficio ci sono la colonna vertebrale e i muscoli posturali. Rimanere seduti a lungo, specialmente con una postura scorretta, causa sovraccarichi muscolari che si traducono in dolori lombari, cervicalgie e, nei casi più gravi, ernie del disco. Uno studio condotto dal National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH) degli Stati Uniti ha rilevato che i lavoratori sedentari presentano una probabilità fino al 60% più alta di sviluppare disturbi muscolo-scheletrici rispetto a chi alterna la posizione seduta con il movimento.

La “Computer Vision Syndrome” è ormai un termine diffuso tra gli oculisti. Secondo l'American Optometric Association, oltre il 70% di chi lavora regolarmente davanti a uno schermo lamenta affaticamento visivo, secchezza oculare, visione offuscata e mal di testa. Guardare uno schermo per ore senza pause riduce la frequenza dell’ammiccamento (l’atto di sbattere le palpebre), compromettendo il film lacrimale che protegge l’occhio.
Inoltre, l’uso prolungato di display luminosi e ravvicinati porta i muscoli oculari a un continuo stato di tensione, con un rischio aumentato di miopia da vicino, soprattutto nei giovani adulti.

Sebbene in ogni discussione sui rischi del lavoro sedentario venga inserito un passaggio dedicato alla salute mentale, l’effetto sembra ormai anestetizzato. Eppure, numerose ricerche, come quella pubblicata su JAMA Psychiatry, mostrano correlazioni tra sedentarietà estrema e peggioramento delle funzioni cognitive in età avanzata. Tuttavia, il vero problema — e quello che colpisce ogni giorno milioni di persone — è più tangibile: dolori, rigidità, occhi secchi e una generale sensazione di spossatezza.
La buona notizia è che non tutto è perduto. Uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Cambridge ha dimostrato che 60 minuti al giorno di attività fisica moderata possono compensare in parte gli effetti negativi dello stare seduti a lungo.
Inoltre, semplici accorgimenti possono fare la differenza: alzarsi ogni 30 minuti per qualche passo, usare sedie ergonomiche, posizionare lo schermo all’altezza degli occhi, e — se possibile — adottare una scrivania regolabile in altezza per alternare tra posizione seduta e in piedi.
Il lavoro da scrivania non è intrinsecamente dannoso, ma lo diventa quando viene affrontato con superficialità. Trascorrere otto ore al giorno davanti a uno schermo è una necessità moderna, ma anche una responsabilità verso se stessi. Ignorare i segnali del corpo in nome della produttività rischia di trasformare la comodità dell’ufficio in un lento logoramento.