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Tendenze popolari sui social network
27 Maggio 2025 - 18:53
Trascorrere lunghe ore a scorrere TikTok o altri social network può provocare fastidi fisici come mal di testa, occhi irritati e una sensazione di sovraccarico mentale dovuta a un continuo flusso di informazioni ripetitive. Tuttavia, non esiste una correlazione scientifica che colleghi questa abitudine a un reale deterioramento mentale, come spiega National Geographic.
Il termine “Brain Rot” — che si potrebbe tradurre come “marciume cerebrale” — è entrato nel gergo comune soprattutto tra i più giovani, ma non è sempre chiaro cosa significhi realmente. Questo termine viene usato per descrivere un presunto calo delle capacità cognitive legato al tempo eccessivo trascorso a consumare contenuti superficiali sui social. Secondo National Geographic, però, i problemi derivanti dall'uso prolungato di piattaforme come TikTok si limitano a disturbi fisici e a una sensazione di sovraccarico mentale, ma non portano al vero e proprio “degrado cerebrale”.
A chiarire la questione è Andy McKenzie, neuroscienziato dell’organizzazione no-profit Apex Neuroscience in Oregon, che spiega: "Il cervello non si deteriora o ‘marcisce’ mentre siamo vivi, solo dopo la morte inizia a decomporsi." Il vero decadimento delle funzioni cerebrali non è causato dal cosiddetto doomscrolling — ovvero il continuo scorrere di contenuti negativi online — anche se quest’ultimo può danneggiare la salute mentale e fisica.
Il deterioramento del cervello è invece legato a processi biologici che avvengono dopo la morte: quando il cuore cessa di battere, la respirazione si ferma e il cervello smette di funzionare, viene a mancare il flusso sanguigno necessario per nutrire le cellule nervose. “La cellula non si autodistrugge, ma si decompone in modo passivo,” spiega McKenzie. Aggiunge Alexandra Morton-Hayward, antropologa forense dell’Università di Oxford, che le cellule cerebrali, particolarmente bisognose di energia, iniziano a degradarsi rapidamente senza un apporto costante di ossigeno e nutrienti.
Nei giorni successivi alla morte, enzimi e processi chimici causano la disgregazione delle cellule e delle proteine, portando a un cambiamento della struttura cerebrale: la materia grigia si trasforma da una struttura complessa in una sostanza viscosa. “Generalmente, entro tre giorni il cervello si liquefa,” conclude la studiosa.
New York ha recentemente avviato cause legali contro TikTok, Facebook e YouTube, accusandoli di danneggiare la salute mentale dei giovani.
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