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Happy Birthday Mr. President
29 Maggio 2025 - 13:25
John Fitzgerald Kennedy, più comunemente noto come JFK, è una delle figure politiche più iconiche e affascinanti del XX secolo. Trentasettesimo Presidente degli Stati Uniti e primo cattolico a ricoprire tale carica, Kennedy ha lasciato un'impronta profonda nella storia americana nonostante il suo mandato sia stato tragicamente breve. Ancora oggi, il suo nome evoca speranza, progresso e un ideale di leadership giovane e carismatica che ha segnato una generazione.
Nato a Brookline, Massachusetts, il 29 maggio 1917, John F. Kennedy proveniva da una delle famiglie più influenti d'America. Laureato ad Harvard, eroe di guerra durante la Seconda Guerra Mondiale, entrò in politica negli anni '40 come membro della Camera dei Rappresentanti e successivamente come senatore del Massachusetts. La sua famiglia – in particolare il padre Joseph, potente finanziere e ambasciatore, e il fratello Robert, futuro procuratore generale – fu una colonna portante del cosiddetto "Camelot", il mito presidenziale che si formò intorno alla sua figura.
Nel 1960, a soli 43 anni, Kennedy sconfisse Richard Nixon in una delle elezioni presidenziali più combattute della storia americana. La sua campagna fu innovativa, incentrata sull'immagine televisiva, sull’energia giovanile e su un linguaggio ispirato. Il suo discorso inaugurale, nel gennaio del 1961, è diventato leggendario, in particolare la frase:
«Non chiederti cosa può fare il tuo Paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo Paese».
Durante il suo breve mandato (1961-1963), Kennedy affrontò alcune delle sfide più delicate della Guerra Fredda, e al contempo promosse una visione progressista dell’America.
Fu il momento più pericoloso della Guerra Fredda. L’Unione Sovietica installò missili nucleari a Cuba, a pochi chilometri dalle coste americane. Kennedy rispose con un blocco navale e, con sangue freddo e abilità diplomatica, riuscì a evitare un conflitto nucleare. La sua gestione della crisi lo consacrò come leader capace di mantenere la pace in un mondo sull’orlo dell’abisso.
Diede un impulso decisivo al programma spaziale, fissando l’obiettivo – raggiunto nel 1969 – di portare un uomo sulla Luna. Con la famosa frase «Abbiamo scelto di andare sulla Luna non perché è facile, ma perché è difficile», Kennedy diede voce alla fiducia americana nel progresso scientifico e tecnologico.
Sebbene inizialmente cauto sul tema, Kennedy divenne sempre più determinato nel sostenere la causa dei diritti civili per la popolazione afroamericana. Propose una legislazione che sarebbe poi diventata il Civil Rights Act del 1964, approvato dopo la sua morte.
Promosse una serie di riforme sociali e economiche sotto la bandiera della “Nuova Frontiera”, mirate a combattere la povertà, migliorare l'istruzione, e garantire un sistema sanitario più equo. Sebbene molte delle sue proposte furono ostacolate dal Congresso, ispirarono le future politiche progressiste.
Il 22 novembre 1963, Kennedy fu assassinato a Dallas, Texas, mentre era in visita ufficiale. L’omicidio – attribuito a Lee Harvey Oswald, ma avvolto da teorie e misteri mai del tutto chiariti – fu uno shock collettivo per l’America e il mondo. Le immagini di Jacqueline Kennedy con l’abito insanguinato e del piccolo John-John che saluta il feretro del padre divennero simboli di lutto nazionale.
JFK e Jackie il giorno dell'assassinio a Dallas, Texas
L’immagine di Kennedy sopravvive come quella di un Presidente che ha saputo incarnare i sogni di un’America giovane, colta, ambiziosa. Sebbene il suo tempo alla Casa Bianca sia stato breve, ha lasciato un’impronta indelebile:
Ispirazione politica: molti leader – da Barack Obama a Bill Clinton – si sono dichiarati ispirati dalla visione e dallo stile di Kennedy.
Diritti civili: la sua presa di posizione contro la segregazione ha aperto la strada a decenni di lotte per l’uguaglianza.
Diplomazia e pace: la sua gestione della crisi cubana è ancora oggi studiata come esempio di leadership razionale in tempi di crisi.
Cultura e mito: l’era Kennedy è associata a un’eleganza culturale e a una narrazione quasi letteraria, alimentata anche dalla figura di Jackie Kennedy e dal mito del "Camelot" che ancora circonda la sua presidenza.
JFK è stato più di un presidente: è stato un simbolo. Di rinnovamento, di progresso, di coraggio. In un'epoca segnata da tensioni globali e cambiamenti profondi, ha saputo parlare all'anima dell’America, lasciando in eredità un’idea di politica come servizio, speranza e visione. Anche oggi, a 108 anni dalla sua nascita, il suo nome continua a evocare il sogno di un mondo migliore, governato dalla responsabilità, dalla ragione e dalla bellezza dell’ideale.
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