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29 Maggio 2025 - 21:00
Non chiamateli solo “giovani”. I nati tra il 1997 e il 2012 — quella Generazione Z di cui tutti parlano e che nessuno sembra capire fino in fondo — sono già adulti. O, per lo meno, ci stanno provando. Con affitti da pagare, scontrini da limare e ansie da gestire, hanno messo piede nel mondo dei grandi con uno zaino pieno di skincare, sessioni di terapia e sogni sostenibili.
A fotografare le abitudini di consumo di questi nuovi protagonisti della scena economica è la ricerca Gen Z & Health firmata da YouGov. Il quadro che emerge? Meno happy hour, più mindfulness. Meno fast fashion, più attenzione all’ambiente. E una certezza granitica: il benessere personale non è più un lusso, ma un diritto.
Lo diceva già Bauman: siamo ciò che consumiamo. E la Gen Z non fa eccezione. Anzi, lo conferma. Niente più carrelli riempiti a caso o beauty routine casuali. Oggi si compra consapevolmente, con occhio (e portafoglio) attento a ingredienti naturali, packaging sostenibili e prodotti etici.
Secondo i dati, questa generazione predilige:
packaging green (+24%),
prodotti equo-solidali (+22%),
scelte bio (+16%).
Una rivoluzione gentile, ma radicale. I numeri parlano chiaro: le cinque categorie dove la Gen Z spende di più (in proporzione) includono assorbenti interni (+271%), balsami per capelli (+192%), creme solari (+146%) e deodoranti (+143%). Non solo igiene personale, ma cura. Di sé, e del proprio spazio nel mondo.
La Gen Z non rinuncia a viaggi ed esperienze, ma lo fa con parsimonia. Quasi 4 giovani su 10 partono per svago almeno due o tre volte l’anno, anche se metà di loro lo fa con un budget ridotto. E se la serata perfetta per i Millennial era fuori a cena o in discoteca, per la Gen Z è sul divano, con amici fidati e magari un controller in mano. Il gaming resta infatti tra le attività preferite — non solo passatempo, ma strumento di socialità.
Il cambiamento climatico non è una minaccia lontana, ma un presente ingestibile. Il futuro? A tratti nebuloso, spesso frustrante.
Ecco allora che la salute mentale diventa centrale: il 39% degli under 34 fa terapia, ma solo il 61% dichiara di sentirsi davvero bene psicologicamente. Percentuale che crolla se confrontata con il 76% degli over 55. Eppure, c’è un cambiamento nel modo di affrontare il malessere: oggi chiedere aiuto non è più un tabù. È una forma di autodifesa, di empowerment.
Anche nel modo di fare la spesa, la Gen Z riscrive le regole. Frequenta il supermercato meno dei Boomer (150 visite annue contro 198) e spende leggermente meno (21 euro a scontrino, contro i 22 della media nazionale). Ma compra meglio: scelte ragionate, mobile banking al posto dei contanti, carte e app come estensioni del portafoglio.
Si fidano poco dei brand, tantissimo delle recensioni online. E, quando possono, scelgono prodotti locali, trasparenti e — meglio ancora — cruelty-free.
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