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L'anniversario
02 Giugno 2025 - 10:30
Il 2 giugno 1989 arrivava nelle sale americane un film destinato a diventare un classico: L’attimo fuggente (Dead Poets Society), diretto da Peter Weir e interpretato da un indimenticabile Robin Williams. A distanza di 36 anni, il film continua a commuovere, ispirare e far riflettere generazioni di spettatori. Ma cosa rende questo racconto ambientato negli anni ’50 così universale?
Il film è ambientato nel 1959 presso la rigida e prestigiosa Welton Academy, un collegio maschile del Vermont. Qui arriva un nuovo professore di letteratura, John Keating (Robin Williams), che rompe gli schemi dell’insegnamento tradizionale. Attraverso metodi anticonvenzionali, Keating invita i suoi studenti ad abbracciare la vita con passione, pensiero critico e libertà d’espressione.
Il suo motto, “Carpe Diem. Cogliete l’attimo, ragazzi”, diventa il simbolo del film e uno dei messaggi più citati della storia del cinema. I ragazzi riscoprono la poesia, la bellezza, l’individualità – ma anche il dolore e le conseguenze delle proprie scelte.
Accanto a Robin Williams, il film lanciò attori allora giovanissimi, tra cui:
Ethan Hawke nel ruolo dell’introverso Todd Anderson
Robert Sean Leonard nel ruolo del brillante ma tormentato Neil Perry
Josh Charles (Knox), Gale Hansen (Charlie) e altri giovani attori destinati a carriere solide nel cinema e in TV
Robin Williams, noto fino a quel momento soprattutto per i ruoli comici, stupì con una performance toccante e misurata che gli valse una nomination all’Oscar come miglior attore protagonista.
L’attimo fuggente è entrato nella cultura pop per la forza dei suoi messaggi: l'importanza della libertà di pensiero, del coraggio di essere sé stessi e dell'amore per l’arte e la parola. Le scene iconiche – come quella degli studenti in piedi sui banchi gridando “O capitano! Mio capitano!” – sono ancora oggi citate, parodiate e celebrate.
Il film vinse l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale (Tom Schulman) e fu candidato anche come miglior film, regia e attore protagonista.
Robin Williams improvvisò molte scene, tra cui le imitazioni durante la lezione di poesia. Peter Weir lasciò spesso le telecamere accese per catturare la spontaneità dell’attore.
Ethan Hawke, che all’epoca non voleva essere considerato un attore “sentimentale”, inizialmente detestava le scene emotive e resisteva alle battute fatte da Williams. Solo anni dopo ha dichiarato quanto quel ruolo avesse segnato la sua carriera, anche il sostegno ricevuto da Robin, che, vedendo il suo grande potenziale, gli aveva assicurato il suo primo vero manager.
Il film fu girato in una vera scuola del Delaware, con riprese invernali autentiche per trasmettere il clima freddo e austero dell’accademia.
Perché parla ai sogni adolescenziali. Perché ci ricorda che la vita è breve e va vissuta con intensità. Perché ci ha insegnato che la poesia può cambiare il mondo. L’attimo fuggente è uno di quei film che ti cambia, che ti resta dentro, che ti fa guardare la vita con occhi diversi.
E forse, come Keating, anche noi ogni tanto abbiamo bisogno di salire su un banco per vedere il mondo da un’altra prospettiva. Carpe diem. Sempre.
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