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MUSICA

Tony Hadley compie 65 anni: la voce d’oro degli Spandau Ballet che ha fatto innamorare intere generazioni

Con True e Gold ha firmato due inni senza tempo: la voce romantica e potente di Tony Hadley continua a emozionare chi c’era e chi scopre oggi il suono elegante degli anni Ottanta

Tony Hadley compie 65 anni: la voce d’oro degli Spandau Ballet che ha fatto innamorare intere generazioni

Tony Hadley (fonte: Youtube- True,Top of the Pops 29/12/83/Instagram)

Elegante come un James Bond del pop e potente come pochi dietro al microfono, Tony Hadley ha dato voce a un decennio intero. I suoi acuti in True e Gold restano immortali per chiunque abbia vissuto — o riscoperto — l’epoca dorata degli Spandau Ballet. Con quel timbro caldo, teatrale e inconfondibile, Hadley non è stato solo il frontman di una delle band-simbolo degli anni Ottanta: è stato e resta un’icona del romanticismo in musica, con una carriera che non ha mai smesso di evolversi.

Tra revival, dischi solisti, collaborazioni sorprendenti e una lunga storia d’amore con l’Italia, la vita di Hadley è una collezione di canzoni, passioni e retroscena poco noti. Un racconto che parte dai club londinesi del 1979 e arriva fino ai palchi italiani, passando per il successo globale e le fratture insanabili del pop. Tutto comincia a fine anni Settanta, quando Hadley fonda gli Spandau Ballet con i fratelli Kemp, Steve Norman e John Keeble. Nel giro di pochi anni il gruppo si impone come simbolo di stile e raffinatezza, con un sound che mescola pop, soul e venature rock. Brani come True, Gold e Only When You Leave diventano hit internazionali, portando la band ai vertici delle classifiche. Il loro stile elegante e l’uso distintivo del sax li rendono unici nella scena degli anni ’80.

Nel 1989, però, la magia si spezza: lo scarso successo dell’ultimo album Heart Like a Sky sancisce la fine della band, almeno per un primo periodo. Hadley intraprende allora la carriera solista, firmando con EMI e pubblicando The State of Play nel 1992. In seguito crea la sua etichetta, la SlipStream Records, proseguendo con nuovi dischi e collaborazioni, soprattutto nell’ambito della musica dance.

Nel 2009 la band si riunisce, pubblicando l’album Once More, ma la tregua dura poco. Nel 2017 Hadley annuncia l’addio definitivo agli Spandau Ballet. I suoi ex compagni decidono così di chiudere per sempre l’esperienza del gruppo, dichiarando che senza la sua voce la band non avrebbe più senso. Parallelamente alla musica, Hadley coltiva la passione per i media, diventando conduttore radiofonico e volto di diversi programmi televisivi. Nel 2003 conquista anche il pubblico televisivo con la vittoria del reality show Reborn in the USA.

Il rapporto con l’Italia

L’Italia ha sempre avuto un posto speciale nella carriera di Hadley. Dal duetto sanremese con Paolo Meneguzzi nel 2008 all’apparizione con Caparezza nel brano Goodbye Malinconia, fino alla partecipazione al talent La Pista e alle ospitate in tv con Amadeus e Elio e le Storie Tese, il cantante ha stretto un legame affettuoso con il pubblico italiano. 

Dietro le quinte: vita privata e aneddoti

Padre di cinque figli, Hadley ha dedicato alla figlia Toni la canzone She. Dopo un lungo matrimonio con Leonie, si è risposato con Alison Evers. Ama il vino, il limoncello e non ha mai avuto, a detta sua, una relazione con una fan o una fidanzata italiana. Tifa Arsenal, è dichiaratamente conservatore e non ha mai rinnegato il repertorio degli Spandau Ballet: “Sono mie canzoni, che le abbia scritte io o meno”, ha dichiarato a Rolling Stone. Da bambino sognava di diventare chirurgo, ma ha poi scoperto di non essere tagliato per la matematica. È stato il glam rock di Bowie, i Queen e Roxy Music a cambiare la sua vita. E nonostante la rivalità tra i fan degli Spandau e dei Duran Duran, Hadley ha sempre dichiarato di essere amico di Simon LeBon e fan della band rivale.

A 65 anni, Tony Hadley non è soltanto un simbolo degli anni Ottanta: è una lezione vivente di stile, presenza scenica e fedeltà alla musica come espressione sincera. Le sue canzoni continuano a scorrere nelle playlist di chi c’era e di chi scopre oggi quelle melodie, magari per caso, magari perché True compare in un film, in una serie o nel remix di un DJ che sa dove affondano le radici del pop elegante.

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