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Verso l’Eurozona

La Bulgaria si prepara all’euro: possibile ingresso nel 2026, ma il Paese è diviso

Il 4 giugno Commissione Ue e BCE daranno il via libera alla candidatura

La Bulgaria si prepara all’euro: possibile ingresso nel 2026, ma il Paese è diviso

Il conto alla rovescia è iniziato. Il prossimo 4 giugno, la Commissione europea e la Banca centrale europea pubblicheranno le loro valutazioni sulla candidatura della Bulgaria per entrare nell’Eurozona. Se gli esiti saranno positivi – come ormai si dà per probabile a Bruxelles – il Paese balcanico potrebbe adottare l’euro già a partire dal 1° gennaio 2026, diventando così il 21° Stato membro della moneta unica.

Un traguardo atteso da tempo, dopo anni segnati da instabilità politica, crisi istituzionali e inflazione fuori controllo. Ora, però, Sofia sembra avere i numeri giusti: l’inflazione è scesa al 2,8%, il rapporto debito/PIL è tra i più bassi dell’Unione, al 24,1%, e il lev bulgaro è già da anni agganciato all’euro con un tasso di cambio fisso, rendendo il passaggio meno traumatico.

Il governo bulgaro e la maggioranza dei partiti in Parlamento sono compatti nel sostenere l’ingresso nella moneta unica, considerandolo una garanzia di stabilità economica, integrazione europea e attrattività per gli investimenti esteri. Ma la popolazione non è altrettanto entusiasta.

Solo il 20% dei cittadini bulgari approva esplicitamente la data del 2026 come obiettivo per il cambio di valuta. Il presidente della Repubblica, Rumen Radev, ha proposto di indire un referendum per rinviare l’adozione dell’euro, provocando tensioni con il Parlamento e duri attacchi da parte dei partiti europeisti.

Le principali preoccupazioni arrivano soprattutto dalle aree rurali e dai settori sociali più vulnerabili. La paura è quella già vista in altri Paesi nei mesi successivi all’introduzione dell’euro: arrotondamenti e rincari sui beni essenziali, in particolare su generi alimentari e bollette. Un effetto psicologico e inflattivo difficile da contrastare, anche in presenza di controlli sui prezzi e campagne informative.

Sul fronte economico, però, l’ingresso nell’Eurozona porterebbe vantaggi concreti: eliminazione dei costi di conversione valutaria, minori rischi di cambio per le imprese, rafforzamento della fiducia degli investitori stranieri e piena partecipazione al processo decisionale della BCE.

Per la Bulgaria si tratterebbe della seconda grande tappa di integrazione economica dopo l’adesione all’UE nel 2007. Il passaggio all’euro, inoltre, sarebbe il primo da quello della Croazia nel 2023 e rappresenterebbe un segnale di fiducia per l’intera area balcanica.

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