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Censura digitale
04 Giugno 2025 - 10:15
Pornhub sparirà dai browser francesi entro mercoledì pomeriggio. Con lui, anche YouPorn e RedTube, tutti di proprietà del gruppo canadese Aylo. Ma non si tratta di un blackout tecnico né di un problema commerciale. È una scelta politica, strategica, di aperta sfida al governo Macron.
Il motivo? La nuova legge francese sulla verifica dell’età per accedere ai contenuti pornografici. Una normativa approvata per tutelare i minori, che impone agli utenti l’obbligo di dimostrare la maggiore età attraverso strumenti come la carta d’identità o la carta di credito. Il tutto garantendo l’anonimato, almeno nelle intenzioni.
Aylo non ci sta. Accusa il governo di mettere a rischio la privacy degli utenti e scarica la responsabilità sui sistemi operativi: “La verifica dovrebbe avvenire altrove, non su di noi”, è la linea difensiva. Ma la verità, sotto le pieghe legali, è anche economica: meccanismi troppo rigidi rischiano di allontanare milioni di utenti e intaccare i ricavi pubblicitari. Non a caso, la Francia è il secondo paese al mondo per traffico su Pornhub, con oltre 7 milioni di visitatori unici al giorno.
Così, al posto dei consueti video, comparirà una schermata di protesta. Un messaggio rivolto direttamente agli utenti, corredato dall’iconica immagine della Libertà che guida il popolo di Delacroix. Una mossa che ha il sapore della propaganda: Pornhub si veste da paladino dei diritti civili, accusando lo Stato francese di censura e repressione.
Ma l’Eliseo non si lascia intimidire. La ministra delle Telecomunicazioni Clara Chappaz ha bollato l’operazione come «fuorviante». Più netta ancora Aurore Bergé, alle Pari Opportunità: «Tanto meglio». L’auto-oscuramento, per il governo, è un passo avanti verso un internet più sicuro per i minori. Punto.
Nel frattempo, anche Bruxelles si muove. La Commissione Europea ha aperto un’indagine sui meccanismi di verifica dell’età di diversi siti porno, tra cui proprio Pornhub. Se dovesse emergere una violazione della normativa sulla protezione dei minori, le sanzioni potrebbero toccare il 6% del fatturato globale.
Il dibattito resta acceso. Da una parte, la tutela dei minori e l’etica digitale. Dall’altra, la difesa della privacy, la libertà d’accesso (e di mercato). Al centro, milioni di utenti e una piattaforma che, per una volta, preferisce spegnersi piuttosto che piegarsi.
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