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Innovazione
04 Giugno 2025 - 12:15
Un mercato in crescita vertiginosa, da 170 miliardi di euro, con prospettive di sviluppo annuali del 30%. Questo è il mondo in cui si inserisce Wsense, startup italiana che punta a portare le comunicazioni wireless nel cuore del mare. Grazie ai 7,2 milioni di euro incassati con un pre-round di serie B, e agli 11 milioni già ottenuti nel 2023, l’azienda sta sviluppando soluzioni per monitorare e comunicare sott’acqua, una vera e propria sfida tecnologica.
L’innovazione proposta da Wsense riguarda la creazione di sistemi wireless subsea, progettati per ottimizzare le comunicazioni tra sensori subacquei e veicoli autonomi. Chiara Petrioli, amministratore delegato di Wsense, afferma che trasmettere segnali wireless sott’acqua non è un semplice adattamento delle tecnologie esistenti: “I segnali vanno trasmessi in modo differente. È tutto da ripensare, e noi lo stiamo facendo”. Utilizzando come ispirazione la comunicazione multi-frequenza dei mammiferi marini, l’azienda ha sviluppato un sistema che combina comunicazioni acustiche a lunga distanza e ottiche a led per brevi distanze, utilizzando segnali invisibili all’occhio umano.
La creazione di reti wireless subacquee rappresenta una rivoluzione per la gestione e monitoraggio dell’ambiente marino. Grazie all’impiego di Intelligenza Artificiale, Wsense raccoglie dati mai ottenuti prima, consentendo la digitalizzazione dell’ambiente sottomarino e il monitoraggio in tempo reale a profondità che vanno dai 300 ai 3.000 metri. Questa innovazione è destinata a migliorare i processi produttivi legati all'economia blu, dall'energia offshore alla protezione delle infrastrutture critiche.
I 552 cavi sottomarini che attraversano gli oceani, trasportando il 98% delle telecomunicazioni digitali globali, rappresentano un enorme mercato per Wsense. Tuttavia, i cavi non sono facili da monitorare. L’azienda offre soluzioni per la protezione e monitoraggio delle infrastrutture critiche, tra cui il rilevamento di rischi sismici, sonori e strutturali. “Forniamo informazioni per monitorare e proteggere le infrastrutture subacquee”, afferma Petrioli, che punta anche a rispondere alla crescente esigenza del settore energetico, con soluzioni più sostenibili rispetto alle tradizionali navi utilizzate fino ad oggi.
Wsense non si limita a un ambito industriale, ma si inserisce anche nel campo della protezione ambientale. Le sue soluzioni possono raccogliere dati cruciali per il monitoraggio della biodiversità marina, come temperatura, salinità, ossigeno disciolto e parametri come i nitrati e fosfati. Petrioli sottolinea come queste informazioni siano fondamentali non solo per la scienza, ma anche per le aziende e le istituzioni che devono dimostrare il basso impatto ambientale delle loro attività.
Wsense è già presente in Norvegia e guarda ora al resto d’Europa e al Medio Oriente, spingendo sull’internazionalizzazione delle sue tecnologie. L’azienda, che è nata come spin-off dell’Università La Sapienza di Roma, ha come obiettivo il perfezionamento delle sue soluzioni e l’assunzione di una trentina di nuovi talenti. Petrioli, pur consapevole delle difficoltà legate a un paese che non supporta pienamente le piccole realtà, è fiduciosa: “La sfida è ambiziosa, ma si può vincere”.
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