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Animali
05 Giugno 2025 - 15:55
Se pensavate che solo noi umani avessimo problemi con i documenti scaduti, pensateci due volte: in Irlanda, ogni mucca nata dal 1° luglio 1996 in poi ha l’obbligo di avere un passaporto. Sì, proprio così: un bel libretto con tanto di dati anagrafici, numero identificativo all’orecchio e perfino la cronologia degli spostamenti. Altro che vacanze estive!
Tutto ciò è previsto dal Cattle Identification Regulations 2007, che potrebbe suonare un po’ noioso ma in realtà è una delle leggi più “mooo-ravigliose” dell’Unione Europea. L’obiettivo? Garantire la tracciabilità totale del bestiame, per assicurare che la celebre carne irlandese – rinomata in tutto il mondo – sia davvero sicura, controllata e di alta qualità.
Il passaporto bovino contiene informazioni preziose: numero del marchio auricolare, data di nascita, sesso, linea genealogica e una vera e propria mappa della vita del bovino, con ogni singolo spostamento registrato con precisione svizzera. In pratica, è il Google Maps delle mucche.
Ma non si tratta solo di burocrazia da stalla: questo sistema è fondamentale per prevenire e controllare malattie come la tubercolosi bovina o l’afta epizootica, oltre a rafforzare la fiducia dei consumatori nella filiera della carne. In altre parole, quando si addenta una succosa bistecca made in Ireland, si può stare tranquilli: dietro c’è una mucca con i documenti in regola.
A questo punto, qualcuno potrebbe chiedersi: e se una mucca perde il passaporto? Beh, niente panico: l’agenzia irlandese per l’identificazione del bestiame, la Bovine Identification Authority, ha un archivio degno del miglior detective. Anche se una Frisona decidesse di cambiare identità e trasferirsi in segreto in un’altra contea, le autorità saprebbero esattamente chi è, dove è nata e con chi ha pascolato.
Morale della storia? In Irlanda, le mucche non solo sono sacre, sono anche cittadine modello. Altro che mucca pazza: qui siamo in presenza di vere e proprie mucche passaportate, e senza di loro, probabilmente, il mondo sarebbe un posto meno... succulento.
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