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Salute e prevenzione
06 Giugno 2025 - 09:40
I cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico non minacciano solo l’ambiente o i polmoni: anche la pelle è sempre più esposta e vulnerabile. A lanciare l’allarme sono gli esperti della Sidemast (Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse), in vista del Congresso Nazionale Sidemast Special Edition 2025, che si terrà a Roma dal 18 giugno, nell’ambito del XIV Congresso Internazionale di Dermatologia.
Secondo i dermatologi, l’aumento delle temperature, l’intensificarsi di eventi climatici estremi e lo smog stanno compromettendo la salute cutanea. Il riscaldamento globale e la crescita delle radiazioni ultraviolette (UV) favoriscono scottature, invecchiamento precoce e tumori della pelle.
L’assottigliamento dello strato di ozono peggiora la situazione: per ogni calo dell’1%, il rischio di melanoma cresce dell’1-2%, quello dei carcinomi squamocellulari del 4,6% e dei carcinomi basocellulari del 2,7%.
“Le radiazioni UV sono un noto fattore di rischio per i tumori cutanei, e il loro aumento, legato ai cambiamenti climatici, aggrava il problema” – spiega Annunziata Dattola, professore associato di Dermatologia all’Università La Sapienza di Roma e segretario generale dell’ICD.
Anche l’inquinamento atmosferico danneggia direttamente la pelle, compromettendo la sua barriera protettiva. Polveri sottili e sostanze tossiche favoriscono disturbi come acne, eczema e infiammazioni croniche.
Infine, le malattie cutanee infiammatorie e infettive tendono ad aumentare dopo eventi meteorologici estremi come inondazioni e ondate di calore.
In sintesi, la pelle, costantemente esposta agli agenti esterni, è una delle prime vittime dell’attuale emergenza climatica e ambientale.
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