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La scoperta
06 Giugno 2025 - 22:00
Nel cuore dei crateri lunari si nasconde un tesoro da capogiro: secondo un nuovo studio, il valore dei metalli preziosi che giace nei fondali lunari potrebbe superare i 1.000 miliardi di dollari. Una cifra straordinaria che potrebbe rendere la nostra vicina celeste uno degli obiettivi più redditizi per le operazioni di estrazione mineraria, in un futuro sempre più vicino grazie alle missioni Artemis della NASA. Se oggi la Luna è nuovamente al centro dei progetti spaziali, con l'ambizione di restarci dopo decenni di abbandono, questa nuova scoperta fa emergere potenzialità economiche che potrebbero ridefinire l'intero settore minerario.
Fino ad oggi, le missioni di estrazione mineraria si sono concentrate principalmente sugli asteroidi in orbita nei pressi della Terra, ma si tratta di operazioni complesse, costose e difficili da realizzare. La Luna, al contrario, offre un'opportunità più "accessibile", con la possibilità di diventare una vera e propria miniera spaziale, sebbene non priva di difficoltà tecniche ed economiche. Eppure, a quanto pare, l'astro che ci accompagna da millenni nasconde risorse ben più abbondanti di quanto pensato finora.
A svelare la ricchezza dei crateri lunari è stato un team internazionale di ricercatori guidato dallo scienziato canadese Jayanth Chennamangalam, che ha collaborato con esperti di istituti prestigiosi come l'Istituto per l'astronomia delle onde gravitazionali e la Scuola di fisica e astronomia dell'Università di Birmingham (Regno Unito). Lo studio, che ha utilizzato modelli probabilistici per esaminare i crateri della Luna, ha stimato che sull'astro ci sono circa 1,3 milioni di crateri con un diametro superiore a un chilometro, e che il 3% di questi sarebbero stati creati da asteroidi ricchi di metalli preziosi, i cosiddetti asteroidi di tipo M.
In particolare, i ricercatori hanno individuato ben 6.500 crateri contenenti metalli del gruppo del platino (PGM), tra cui platino, iridio, osmio, palladio, rodio e rutenio, mentre altri 3.400 crateri ospitano minerali idrati, che potrebbero anch'essi diventare l'obiettivo di future missioni di estrazione spaziale. Questi metalli sono rari e altamente pregiati, grazie alle loro proprietà uniche come resistenza all'ossidazione, alta densità e stabilità termica. La scoperta fa luce su un potenziale sfruttamento minerario che potrebbe rivoluzionare l’economia spaziale, ma la strada per realizzarlo è ancora irta di ostacoli.
La Luna, pur offrendo un'enorme ricchezza, presenta comunque sfide significative. In primo luogo, l'estrazione dei metalli e minerali dai crateri lunari richiede tecnologie avanzate, come robot automatizzati capaci di lavorare in un ambiente ostile e privo di ossigeno, dove le temperature variano drasticamente. Inoltre, i costi di trasporto di queste risorse sulla Terra sarebbero astronomici, anche se la ricchezza dei metalli lunari potrebbe giustificare tale spesa. A complicare ulteriormente la situazione ci sono le questioni legali: l'estrazione delle risorse lunari da parte degli Stati è vietata da trattati internazionali, ma le compagnie private potrebbero avere maggiori opportunità in questo campo.
Anche se la Luna potrebbe essere un bersaglio più "agevole" rispetto agli asteroidi, i costi e le difficoltà legate all’estrazione mineraria spaziale rimangono elevati. Eppure, gli astronomi non escludono che in futuro il nostro satellite naturale possa diventare un'immensa miniera, a maggior ragione ora che si sa che nasconde una ricchezza ben oltre le aspettative iniziali. Certo, la Luna non potrà mai competere con la straordinaria ricchezza dell'asteroide Psyche, ma ciò che si nasconde nei crateri potrebbe comunque essere sufficiente per dare inizio a una nuova era di esplorazione mineraria.
La ricerca, intitolata “On ore-bearing asteroid remnants in lunar craters”, è stata pubblicata sulla rivista scientifica Planetary and Space Science, e conferma che il nostro satellite naturale potrebbe essere molto più di un obiettivo scientifico: potrebbe diventare una vera e propria risorsa economica del futuro.
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