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SALUTE

Il trucco per avere un cervello sempre attivo? Queste abitudini lo mantengono giovane

Dai viaggi all’alimentazione: cosa fare ogni giorno per stimolare la mente e ridurre il rischio di demenza

Il trucco per avere un cervello sempre attivo? Queste abitudini lo mantengono giovane

C’è chi arriva a 85 anni senza perdere un colpo, perfettamente lucido, curioso, brillante. Eppure, dopo la morte, il cervello di queste persone può rivelare segni di Alzheimer mai manifestati. È una scoperta che ha lasciato il segno nel mondo della neurologia: a fine anni ’80, il dottor Robert Katzman parlò per la prima volta di “riserva cognitiva”, un’idea semplice e potente. Il cervello, se allenato, può trovare scorciatoie e strategie per funzionare anche quando qualcosa si rompe.

C’è chi invecchia senza perdere un colpo. Anni sulle spalle, sì, ma lucidità brillante, conversazioni vivaci, voglia di imparare ancora. Eppure, una volta analizzato, il cervello di queste persone può rivelare i segni silenziosi dell’Alzheimer. È accaduto per la prima volta nel 1988: il neurologo Robert Katzman parlò allora di “riserva cognitiva”, scoprendo che il cervello, quando ben allenato, sa trovare strade alternative per continuare a funzionare anche quando qualcosa si spezza.

Una buona notizia, perché l’invecchiamento cerebrale non è una condanna, ma un processo che possiamo rallentare. Basta osservare la quotidianità con occhi nuovi, e fare spazio a ciò che davvero lo nutre. Il cervello, più di ogni altro organo, ama la varietà, il movimento, la sorpresa. Non sopporta la routine piatta. Se lo si costringe a ripetere sempre gli stessi gesti, si spegne lentamente. Ma se gli si da qualcosa da esplorare, si rinnova.

Serve innanzitutto restare connessi. Le relazioni, quelle autentiche, quelle che ci mettono in gioco e ci fanno ridere, pensare, discutere, sono un vero fertilizzante per la mente. Non meno importante è il corpo: anche una camminata quotidiana, un po’ di movimento costante, aiuta il cervello tanto quanto i muscoli. La scienza lo dice chiaramente: uno stile di vita attivo protegge dalla demenza e da molte patologie neurologiche.

Poi c’è la tavola. Quello che mangiamo arriva alla testa prima ancora che ce ne accorgiamo. La dieta mediterranea – quella fatta di pesce, legumi, olio d’oliva, frutta e verdura – ha mostrato effetti sorprendenti sulla salute cerebrale: protegge la sostanza bianca, rallenta il declino cognitivo, tiene alta la concentrazione.

Ma il vero nutrimento arriva dalla curiosità. Imparare qualcosa di nuovo, ogni giorno, anche piccolo, è come oliarne gli ingranaggi. Leggere, informarsi, ascoltare musica diversa, cimentarsi in una lingua straniera, riaccendono connessioni spesso sopite. E ancora: il modo in cui affrontiamo la giornata conta. Coltivare uno sguardo aperto, positivo, allenare il pensiero a non cedere subito al cinismo o alla stanchezza, aiuta più di quanto si creda.

Infine, mai smettere di mettersi in gioco. Un viaggio, una gita, una nuova strada da percorrere: ogni volta che rompiamo la consuetudine, il cervello si risveglia. Cambiare punto di vista è una forma di esercizio mentale tra le più efficaci, perché lo costringe a riorganizzarsi, a restare flessibile. La mente non vuole essere istruita: vuole essere coinvolta. Vuole vivere, non solo ricordare. E con un po’ di attenzione, possiamo darle ogni giorno quello che le serve.

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