Cerca

Recensioni televisive del 2025

Nella terza stagione di 'Ginny & Georgia', l'amore imprigiona più che proteggere

Un intreccio sconvolgente tra dinamiche familiari tossiche, trasformazioni personali e colpi di scena

Nella terza stagione di 'Ginny & Georgia', l'amore imprigiona più che proteggere

(ATTENZIONE, QUESTO ARTICOLO È FATTO DI SPOILER DELLA TERZA STAGIONE DI GINNY & GEORGIA)

“Cosa succede quando tutto crolla? Quando il castello di carte costruito con cura cede finalmente?”. È la domanda centrale della terza stagione di Ginny & Georgia, la serie Netflix creata da Sarah Lampert. La stagione riprende dal finale della seconda: Georgia (Brianne Howey) viene arrestata al ricevimento del suo matrimonio con il sindaco Paul Randolph (Scott Porter) per l’omicidio del marito di Cynthia.

Mentre affronta il processo, la tensione cresce nella famiglia Miller. Ginny (Antonia Gentry), sempre più simile alla madre nei metodi, manipola il fratellino Austin affinché testimoni il falso per salvarla, arrivando anche a ricattare Cynthia. Georgia viene assolta, ma il prezzo è altissimo: Austin mostra segni di forte disagio emotivo, e il rapporto con la madre si incrina.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da & (@gngbts)

Anche il matrimonio con Paul crolla: scoperta la finta gravidanza, lui chiede il divorzio. Georgia si avvicina a Joe, al quale confessa molto del suo passato, ma decide di non proseguire con la potenziale relazione per concentrarsi sui figli. I personaggi secondari attraversano a loro volta profonde crisi: Marcus continua a lottare contro la depressione e abusa di alcol, finendo in riabilitazione, mentre Maxine diventa un punto di riferimento emotivo per molti, pur affrontando le proprie fragilità.

Il finale di stagione lascia lo spettatore col fiato sospeso: una misteriosa minaccia incombe sulla famiglia e la gravidanza, fino a quel momento simulata, potrebbe invece essere reale. Un segnale inquietante che nulla è davvero finito.

Ma com’è stata questa terza stagione?

Ginny & Georgia è una serie da binge-watching, piena di colpi di scena, cliffhanger e rivelazioni che spingono a proseguire episodio dopo episodio. In questa terza stagione, Lampert osa ancora di più, puntando sull’impatto delle dinamiche familiari tossiche e sulle loro conseguenze, specialmente sui più giovani.

Ginny vive un cambiamento profondo, dovuto al processo della madre, alla separazione da lei, all'improvvisa gravidanza subito poi interrotta e all’arresto di Georgia. Una somma di eventi che la porta a superare un limite: pur di proteggere la madre, costruisce un piano tanto geniale quanto moralmente discutibile, segnando l’inizio di una trasformazione personale che potrebbe costarle cara.

Una menzione speciale va a Maxine. Sempre pronta a sostenere gli amici, è anche la più ignorata. Il suo modo di sentire, profondo e spesso frainteso, la isola. Il rischio concreto è che, nella prossima stagione, segua la traiettoria autodistruttiva del fratello Marcus. Perché chi ama tanto, spesso, resta inascoltato.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da CherryPicks (@thecherrypicks)

Argomenti forti, ma trattati superficialmente

Nonostante la forza narrativa di alcuni momenti, questa stagione mostra delle debolezze importanti: temi delicati come l’aborto, la genitorialità e la violenza domestica vengono accennati e subito accantonati, ridotti a episodi isolati o a semplici battute. Un’occasione persa, soprattutto considerando l’impatto che questi temi hanno sulla vita dei personaggi.

Un punto particolarmente critico riguarda Austin.

Dopo l’intervento dei servizi sociali, il piccolo viene visto quasi esclusivamente in pubblico con il padre Gil, un uomo con un passato criminale e una reputazione da violento. Eppure, la serie non mostra quasi nulla della loro relazione privata. Sarebbe stato importante capire meglio come Gil si comportava con lui in casa, cosa facevano insieme, come Austin si sentiva. Questo avrebbe dato maggiore profondità al suo tormento interiore e permesso allo spettatore di comprendere perché, nel finale, Austin si distacca da Ginny e si rifugia nei pochi oggetti che lo legano a suo padre — come il jersey da hockey che nasconde gelosamente.

Austin è stato costretto ad accusare il padre di un crimine che non ha commesso, pur avendoci vissuto insieme fino a poco prima. Nessuno può davvero immaginare quanto possa essere stato doloroso per lui. Ed è proprio per questo che avrebbe meritato più spazio e attenzione nella narrazione.

In conclusione

Con la terza stagione, Ginny & Georgia continua a fondere melodramma familiare, teen drama e thriller psicologico in un mix teso e accattivante. Nonostante alcuni temi importanti siano trattati con superficialità, la serie riesce ancora a coinvolgere grazie alla complessità dei suoi personaggi e all’abilità con cui intreccia emozione e tensione.

Georgia è più vulnerabile che mai, Ginny sull’orlo di un cambiamento irreversibile, e Austin — forse il più fragile — è la vittima silenziosa di scelte troppo grandi per un bambino. In attesa della quarta stagione, una cosa è certa: nella famiglia Miller l’amore non basta a proteggere. Anzi, a volte è proprio ciò che imprigiona.

Voto finale: 9.5/10

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.