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Arte
10 Giugno 2025 - 18:08
Il Sarcofago degli Sposi, icona indiscussa dell'arte etrusca e simbolo del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, è al centro di un ambizioso e innovativo progetto di restauro. A oltre un secolo dal suo primo ricongiungimento e a più di cinquant'anni dall'ultimo intervento di manutenzione, la celebre opera è tornata sul "banco operatorio", inaugurando una nuova fase di studi e conservazione che il pubblico potrà seguire in presa diretta.
La storia del Sarcofago affonda le radici nel 9 aprile 1881, quando, nella località "della Banditaccia" a Cerveteri, emersero dai campi della tenuta del principe Francesco Ruspoli i numerosi frammenti di questa straordinaria urna funeraria. Colossale nelle sue dimensioni, il sarcofago è composto da una base a forma di kline, il letto su cui venivano deposte le ceneri dei defunti, e da un coperchio magistralmente modellato per raffigurare una coppia di coniugi distesi in una posa conviviale, quasi a banchetto. Risalente a 2.500 anni fa, questo capolavoro fu acquistato per 4.000 lire dall'archeologo e politico Felice Bernabei, fondatore nel 1889 del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
Il nuovo piano di valorizzazione dell'opera non si limita al solo restauro, ma include un programma conservativo e di manutenzione, frutto di una convenzione tra il Museo e l'Istituto Centrale per il Restauro. La peculiarità di questo intervento è la sua totale trasparenza: il cantiere è stato infatti allestito in modo da essere visibile al pubblico ogni martedì e giovedì, dalle 10 alle 13, a partire dal 5 giugno.
"Il primo intervento di restauro riguarderà la porzione di sarcofago corrispondente alle gambe dei due sposi", ha spiegato Luana Toniolo, direttrice del Museo. Si tratta di un "restauro aperto" che permetterà ai visitatori di assistere in tempo reale alle delicate operazioni all'interno di un laboratorio appositamente attrezzato. Questo approccio innovativo unisce tecnologie digitali e analisi approfondite, garantendo non solo la conservazione, ma anche una nuova e più profonda lettura di uno dei massimi capolavori dell'antichità.
Massimo Osanna, Direttore generale Musei, ha sottolineato l'importanza di questa iniziativa: "I nostri musei non sono più soltanto luoghi di esposizione, ma spazi vivi in cui ricerca, conservazione e fruizione si intrecciano in modo sempre più consapevole e integrato". La scelta di rendere visibile il laboratorio di restauro è stata definita "apprezzabile ed efficace", in quanto permette di condividere il lavoro di indagine e cura che solitamente si svolge lontano dagli occhi del pubblico. Un'opportunità preziosa per mettere in evidenza il ruolo fondamentale dei restauratori e di tutti i professionisti che contribuiscono alla conoscenza, alla conservazione e alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale italiano.
Il restauro del Sarcofago degli Sposi si prospetta quindi non solo come un intervento tecnico, ma come un'occasione unica per avvicinare il pubblico al delicato e affascinante mondo della conservazione archeologica, trasformando il museo in un vero e proprio laboratorio didattico e di ricerca a cielo aperto.
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