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Il ranking delle università internazionali: il QS World University Ranking stila una classifica di oltre 1.500 poli

L'eccellenza accademica globale è dominata da Stati Uniti e Regno Unito, ma anche l’Italia riesce a ritagliarsi uno spazio tra i migliori atenei mondiali

Il ranking delle università internazionali: il QS World University Ranking stila una classifica di oltre 1.500 poli

Come ogni anno, il QS World University Ranking ha pubblicato la sua attesa classifica delle migliori università al mondo. L’edizione 2025 conferma una tendenza ormai consolidata: l’élite accademica globale resta saldamente nelle mani di Stati Uniti e Regno Unito, che occupano otto delle prime dieci posizioni.

A guidare la classifica c’è ancora una volta il Massachusetts Institute of Technology (MIT), seguito dall’Imperial College London e dall’Università di Oxford. Harvard e Cambridge completano la top five, mentre bisogna attendere il settimo e l’ottavo posto per trovare due eccellenze non anglosassoni: l’ETH di Zurigo e la National University of Singapore.
Per trovare la prima università italiana in classifica bisogna scendere alla 111ª posizione, occupata dal Politecnico di Milano, che si conferma il miglior ateneo italiano anche nel 2025. Subito dopo troviamo la Sapienza di Roma al 132° posto e l’Università di Bologna al 133°, due istituzioni storiche che continuano a rappresentare con solidità il sistema universitario nazionale.
Per le altre università italiane, però, il posizionamento si fa più distante: oltre la 200ª posizione, troviamo in ordine l’Università di Padova, il Politecnico di Torino, l’Università degli Studi di Milano e la Federico II di Napoli.

La classifica QS non si basa su un unico parametro, ma su cinque macro-categorie che includono diversi indicatori qualitativi e quantitativi:

  • Ricerca e scoperta scientifica, con attenzione alla reputazione accademica e al numero di citazioni per facoltà;
  • Occupabilità, ovvero le prospettive lavorative e gli sbocchi per gli studenti;
  • Internazionalizzazione, valutando la presenza di studenti, docenti e ricercatori stranieri;
  • Esperienza di apprendimento, che include il rapporto studenti-docenti;
  • Sostenibilità, un indicatore sempre più rilevante anche nel mondo accademico.

Sebbene nessuna università italiana compaia nella top 100, i risultati ottenuti dal Politecnico di Milano, dalla Sapienza e da Bologna segnalano un progresso costante e un buon posizionamento in un contesto sempre più competitivo. Tuttavia, il gap con le eccellenze internazionali resta significativo, e riguarda in particolare il finanziamento della ricerca, l’attrattività per studenti e docenti internazionali e il livello di innovazione tecnologica.
La sfida per i prossimi anni sarà quella di rafforzare la competitività internazionale del sistema universitario italiano, investendo nella qualità dell’offerta formativa, nei servizi agli studenti e nel dialogo tra accademia e mondo del lavoro.

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