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oceani
13 Giugno 2025 - 18:00
In un mondo in cui gli oceani sono sempre più minacciati dal cambiamento climatico e dalle attività umane, arriva una buona notizia: la biodiversità marina può ancora essere protetta grazie a pratiche di pesca sostenibili, tecnologie intelligenti e collaborazione tra scienza e comunità locali. A guidare questa rivoluzione blu è MSC - Marine Stewardship Council, organizzazione non profit nata nel 1997 con l’obiettivo di tutelare la salute degli ecosistemi marini e combattere la pesca eccessiva.
Dagli artificiali granchi in resina al posto delle esche vive, fino ai pinger acustici per allontanare le focene, MSC promuove soluzioni pratiche ed efficaci che stanno già facendo la differenza. Tutto questo per salvaguardare la ricchezza biologica degli oceani, da cui dipendono tre miliardi di persone nel mondo e oltre il 90% dell’acqua del nostro pianeta.
Sulle reti da pesca, invece, sono stati installati speciali dispositivi chiamati Turtle Exclusion Devices (TEDs): vere e proprie “uscite di sicurezza” che permettono alle tartarughe marine di liberarsi in caso di cattura accidentale. Il risultato? Una riduzione del 99% degli incidenti con le tartarughe, e un crollo delle catture accidentali anche per squali e razze. Nel Regno Unito, la pesca del nasello ha adottato dispositivi acustici chiamati banana pinger che emettono suoni a frequenze casuali per tenere lontane le focene, i più piccoli cetacei. I risultati del 2019 parlano chiaro: zero interazioni con le reti.
Un'altra grande innovazione arriva dal mondo della pesca al tonno. Per ridurre la mortalità degli squali catturati accidentalmente, molte imbarcazioni sono state dotate di lettighe galleggianti per sollevarli con delicatezza e reintrodurli in mare. Alcuni vengono anche dotati di tag elettronici, permettendo di studiarne i movimenti migratori e contribuendo alla ricerca scientifica. Oggi, il 90,6% degli squali così trattati sopravvive.
MSC ha anche creato l’Ocean Stewardship Fund, un fondo globale per sostenere la ricerca e la transizione verso una pesca sempre più sostenibile. Tra gli interventi finanziati, anche un progetto nel Great Salt Lake, nello Utah, dove vive una delle principali colonie di gamberetti salini, essenziali per la sopravvivenza di specie migratorie come lo svasso orecchiuto. Qui è stato adottato un modello di gestione scientifica per bilanciare le esigenze dell’industria ittica e della fauna selvatica.
Oggi più che mai è chiaro che proteggere gli oceani significa anche proteggere noi stessi. I tassi di estinzione marina sono da 100 a 1.000 volte superiori alla media storica, e senza interventi rapidi e su larga scala, interi ecosistemi rischiano il collasso.
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