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16 Giugno 2025 - 12:50
Un recente rapporto britannico segnala un dato allarmante: nel giro di una sola generazione, il tempo dedicato al gioco all’aria aperta da parte dei bambini si è ridotto del 50%. Le cause principali? Tagli ai servizi, aumento del traffico, e una crescente restrizione degli spazi pubblici. Anche se il focus è il Regno Unito, i riflessi sono evidenti pure nel contesto italiano.
Riflettere sull’infanzia oggi significa interrogarsi su quanto le città e le norme condizionino la libertà di gioco. Il diritto al gioco, sancito dall’articolo 31 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, è messo a rischio dalla progressiva riduzione degli spazi urbani dedicati ai più piccoli.
Il Centre for Young Lives ha pubblicato il report Raising the Nation Play Commission, che analizza le barriere urbane, sociali e digitali che limitano la possibilità dei bambini di giocare liberamente.
Il documento denuncia un forte calo delle opportunità di gioco libero. Tra i motivi principali:
Tagli ai servizi pubblici
Crescita del traffico urbano
Intolleranza sociale verso i bambini negli spazi condivisi
Uso eccessivo di dispositivi digitali
Chiusura di oltre 400 parchi giochi tra il 2012 e il 2022
I bambini si muovono meno in autonomia e hanno meno occasioni di socializzazione attiva.
Il report dedica grande attenzione agli effetti della carenza di gioco sul benessere infantile. La sedentarietà ha portato a un incremento di obesità e altre problematiche fisiche, soprattutto tra i bambini provenienti da contesti svantaggiati.
Dal punto di vista psicologico, la mancanza di gioco ha un impatto diretto su emozioni, relazioni e sviluppo cognitivo. Il gioco rappresenta una vera e propria forma di prevenzione, anche in ambito clinico.
Il documento riconosce che, se usato con equilibrio, il gioco digitale può stimolare creatività, espressione personale e relazioni sociali. Giochi come Minecraft sono citati come esempi positivi.
Tuttavia, in mancanza di spazi alternativi, molti bambini trovano nel digitale l’unico modo per passare il tempo, con una perdita progressiva di esperienze reali, sensoriali e motorie.
In diverse città italiane, regolamenti di polizia urbana vietano il gioco del pallone in piazze e strade, persino in aree pedonali. Le motivazioni riguardano sicurezza e decoro pubblico.
A Fossano (Cuneo) è vietato giocare a pallone oltre gli 8 anni anche nei parchi non attrezzati
A Olginate (Lecco) un cartello in piazza vieta il gioco con multe fino a 600 euro
Casi simili a Frosinone e Lipari
Queste regole, seppur giustificate, contribuiscono a limitare ulteriormente le occasioni di gioco, spingendo i bambini verso il mondo digitale.
Come conclude il rapporto britannico: “L’assenza di spazi sicuri e la forza attrattiva degli schermi digitali intrappolano i bambini in una spirale che li allontana dal gioco reale”.
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