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la storia curiosa
16 Giugno 2025 - 12:25
I marshmallow, o toffolette in italiano, sono dolcetti soffici e gommosi amatissimi negli Stati Uniti, spesso gustati crudi, nella cioccolata calda o arrostiti sul fuoco — come fanno Snoopy e Woodstock nei fumetti dei Peanuts. Curiosamente, il termine "toffolette" fu inventato dal traduttore italiano Franco Cavallone.
Anche se oggi li associamo alla produzione industriale americana, i marshmallow affondano le loro radici nell’antichità. Prendono il nome dall’altea (althaea officinalis), una pianta usata 4000 anni fa dagli Egizi per preparare un dolce medicinale con miele e noci, riservato a nobili e faraoni. Greci, Romani e Arabi la impiegarono per curare tosse, mal di gola e ferite.
Nel XIX secolo, i pasticceri francesi crearono una versione artigianale chiamata pâte de guimauve, mescolando succo di altea, zucchero e albume. La produzione era lunga e costosa, finché non si introdussero macchinari e si sostituì l’altea con gelatina, rendendo il dolce più accessibile.
Arrivati negli Stati Uniti a fine Ottocento, i marshmallow conquistarono il pubblico. Nel 1927 comparvero nel manuale delle Girl Scouts con la ricetta degli s’mores (marshmallow tostato tra cracker e cioccolato), ancora oggi un classico dei campeggi.
Il vero boom arrivò nel 1954 grazie ad Alex Doumak, che brevettò il processo industriale di estrusione, riducendo i tempi di produzione a un’ora. Da allora, i marshmallow sono diventati comuni nelle dispense americane, usati in dolci, torte e perfino in esperimenti psicologici, come quello sull’autocontrollo infantile di Walter Mischel.
Tra i prodotti più noti ci sono i Peeps, marshmallow a forma di pulcino o coniglio, tipici della Pasqua statunitense. Oggi, si producono circa 40mila tonnellate di marshmallow all’anno, e stanno crescendo anche le versioni vegetariane e artigianali, oltre alla moda di farli in casa.
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