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13 Ottobre 2025 - 07:15
Fabio Ignelzi e Antonella Esposito
La documentazione l’hanno mandata due anni fa, il 30 ottobre 2023. A ottobre 2025, i buoni-taxi non ci sono ancora. E il Comune, dalle risposte, contraddice sé stesso. E’ la disavventura capitata a Fabio Ignelzi e ad Antonella Esposito. Marito e moglie, Fabio e Antonella hanno 40 anni, sono ciechi e vivono a Santa Rita. TorinoCronaca si era occupata di loro a luglio, quando i passanti li aggredivano per “colpa” dei bisogni dei loro cani. Adesso il problema sono i buoni-taxi. Che la coppia attende da due anni. «E nel frattempo - raccontano - stiamo spendendo soldi perché dobbiamo per forza prendere il taxi per andare a fare le visite».
Burocrazia-lumaca
Un’odissea che dura da due anni. Da quando Fabio Ignelzi e Antonella Esposito hanno spedito agli uffici del Comune la documentazione per ottenere i buoni-taxi. Come funziona la procedura? In pratica, il servizio prevede il trasporto per le persone con disabilità tramite taxi o minibus muniti di pedana elevatrice. Un servizio che è rivolto ai cittadini di età superiore ai due anni con grave disabilità motoria o ciechi assoluti, residenti e domiciliati a Torino, ed è tariffato su base Isee. La domanda si presenta all’Ufficio Buoni Taxi in corso Unione Sovietica. Successivamente, una commissione certifica se sussistono i requisiti per l’ottenimento del servizio. Nel caso in cui non sia possibile dedurlo dal verbale di invalidità, segue la convocazione per la visita medico-legale. Dopodiché i candidati entrano nella lista d’attesa e, alla fine, una commissione tecnica assegna la dotazione individuale mensile o annuale, sulla base delle esigenze e delle specifiche situazioni. Insomma, una procedura burocratica piuttosto lunga. Fabio e Antonella si sono mossi per tempo, appunto due anni fa, ma non è stata fissata nemmeno la visita medica. Com’è possibile? «In questi due anni - raccontano i coniugi - abbiamo contattato più volte l’ufficio competente, ma ogni volta ci è stato risposto di “attendere”, senza ulteriori chiarimenti o aggiornamenti». La situazione per la coppia non è facile: Fabio, oltre alla cecità, deve anche fare i conti con la sclerosi multipla, mentre Antonella ha già subìto due volte il trapianto del rene, ha problemi al cuore e al fegato e per ragioni di salute non può utilizzare i mezzi pubblici. Per cui, i due si spostano in taxi. «Qualche giorno fa - racconta Antonella - sono dovuta andare sia alle Molinette che all’Asl di via Monginevro, per delle visite. Ho speso 40 euro». L’ultima volta che marito e moglie hanno telefonato al centralino di “Informadisabilità”, la risposta è stata la seguente: «Non abbiamo ancora preso in considerazione l’anno 2023. Restate in attesa, voi e altre persone».
Il Comune risponde
A quel punto, Fabio Ignelzi e Antonella Esposito hanno scritto all’assessorato di Chiara Foglietta. Chiedendo spiegazioni sul perché delle lungaggini burocratiche e perché non sia stata nemmeno fissata la visita medica. Questa la risposta degli uffici di Palazzo Civico: «In merito alla vostra richiesta, sentiti gli uffici competenti risulta che voi siate ancora in attesa della visita da parte della commissione medica, requisito preliminare ed essenziale per essere inseriti nel servizio erogato dall’ente». Peccato che sia proprio il Comune a dover convocare la coppia per fissare la visita medica. «Una risposta che ci ha lasciato basiti - dicono Fabio e Antonella - ma questo è un problema grosso: che non riguarda solo noi, ma anche tantissime altre persone che a Torino sono in attesa, da anni come noi, dei buoni-taxi».
Gli escrementi dei cani
Non è la prima volta che Fabio Ignelzi e Antonella Esposito si scontrano con delle problematiche legate alla loro condizione di fragilità. Nel mese di luglio, avevano denunciato il comportamento di alcuni residenti di Santa Rita che li aggredivano verbalmente a causa delle deiezioni dei loro cani. Escrementi che, a volte, i due ciechi (proprio per la loro condizione) non riuscivano a raccogliere. Dopo la denuncia di TorinoCronaca, quel problema non c’è più. «La gente adesso non solo non ci insulta più - spiegano - ma ci aiuta pure». Adesso, però, c’è la grana del taxi.
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