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MADE IN ITALY
16 Giugno 2025 - 15:00
Nel mese di aprile 2025, l’export italiano ha subito una battuta d’arresto. Lo rileva l’Istat, che stima un calo del 2,8% rispetto a marzo, con la flessione più marcata registrata nei mercati extraeuropei: qui le vendite sono scese addirittura del 7%, a fronte di un +1,5% verso i partner dell’Unione europea.
Nonostante il rallentamento mensile, la dinamica annuale resta positiva, seppur contenuta: rispetto ad aprile 2024, l’export italiano è cresciuto dello 0,4%, grazie soprattutto al buon andamento con i Paesi dell’Ue (+2,1%), che compensa almeno in parte il calo registrato fuori dai confini comunitari (-1,4%).
Allargando lo sguardo al periodo febbraio-aprile 2025, il commercio estero mostra un segnale più incoraggiante: le esportazioni sono aumentate del 3,1% rispetto al trimestre precedente, mentre anche le importazioni hanno segnato un rialzo, pari al 2,9%.
Nel dettaglio settoriale, a brillare è il comparto farmaceutico, che ha fatto segnare una crescita record del 30% nelle vendite estere. Seguono la siderurgia con un +5,5%, l’agroalimentare (+4,6%) e l’abbigliamento, che con un +3% si piazza al quarto posto tra i settori più performanti.
Risultati più tiepidi, invece, per il tessile (+0,1%) e la pelletteria, che nel periodo analizzato non ha contribuito alla crescita dell’export.
Guardando ai mercati di destinazione, la Svizzera si conferma in cima alla classifica dei maggiori acquirenti di prodotti italiani con un incremento del +18,9%, seguita dalla Spagna con un +14,3%. Male, invece, il Regno Unito (-18,8%), la Turchia (-18,2%) e i Paesi Bassi (-8,7%), che frenano il dato complessivo sui mercati esterni all’Unione.
Nei primi quattro mesi del 2025, l’export italiano ha registrato una crescita complessiva del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2024. Tuttavia, l’avanzo commerciale si è ridotto, passando da 17,6 miliardi a 11,3 miliardi di euro, segno di un equilibrio più fragile tra esportazioni e importazioni.
Infine, sul fronte dei prezzi, l’Istat conferma una tendenza al ribasso: i prezzi all’importazione continuano a diminuire sia su base mensile che annuale. Alla base di questa dinamica, spiegano gli analisti, ci sono soprattutto i nuovi ribassi nei prodotti energetici, che riflettono un contesto di mercato ancora instabile.
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