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Il decreto
16 Giugno 2025 - 23:35
Il 30 giugno 2025 è una data da segnare in rosso per tutti i datori di lavoro: rappresenta il termine ultimo per far fruire ai dipendenti le ferie maturate nel 2023, come stabilito dalla normativa italiana. Superare questa scadenza può comportare sanzioni significative, oltre a obblighi contributivi aggiuntivi.
La legge italiana riconosce ai lavoratori subordinati un diritto irrinunciabile a un minimo di quattro settimane di ferie retribuite ogni anno, finalizzate al recupero psico-fisico. Di queste, due devono essere godute entro l’anno di maturazione, mentre le restanti due possono essere usufruite entro i 18 mesi successivi, come previsto dall’art. 10 del D.Lgs. 66/2003.
Se le ferie del 2023 non vengono fruite entro il 30 giugno 2025, i datori di lavoro sono tenuti a versare i contributi Inps corrispondenti entro il secondo mese successivo (cioè entro agosto 2025). Inoltre, scatta il rischio di multe pesanti, variabili in base all’entità e alla durata della violazione. Le ammende amministrative per il mancato rispetto delle regole sono suddivise in tre fasce:
Da 120 a 720 euro: fino a 5 lavoratori o per un solo anno.
Da 480 a 1.800 euro: tra 5 e 10 lavoratori o per un periodo di 2 anni.
Da 960 a 5.400 euro: oltre 10 lavoratori o violazione prolungata per almeno 4 anni.
Se più del 20% dei dipendenti è coinvolto, può scattare anche la sospensione del Durc per tre mesi.
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