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La decisione

Depositare per una bambola? La promozione virale di Ping An finisce nel mirino delle autorità

La normativa cinese, introdotta nel 2018, vieta esplicitamente l’uso di “mezzi inappropriati” per incentivare il risparmio

Depositare per una bambola? La promozione virale di Ping An finisce nel mirino delle autorità

In Cina, una campagna promozionale lanciata dalla Ping An Bank ha suscitato scalpore sui social e preoccupazione tra i regolatori. L’istituto offriva in regalo le richiestissime bambole Labubu a chi effettuava un deposito di almeno 50.000 yuan (circa 6.960 dollari) per tre mesi. L’iniziativa, partita da una filiale, ha fatto rapidamente il giro della rete — in particolare sulla piattaforma Xiaohongshu — attirando migliaia di nuovi clienti e risparmiatori.

Tuttavia, la viralità dell’operazione non è sfuggita all’National Financial Regulatory Administration. La filiale dello Zhejiang ha preso posizione chiedendo alle banche locali di sospendere qualsiasi offerta che impieghi premi non conformi per attrarre liquidità. Sotto osservazione non ci sono solo i gadget collezionabili, ma anche generi alimentari e abbonamenti digitali, strumenti considerati inadatti perché gonfiano i costi operativi e comprimono i margini di profitto, in un contesto già fragile a causa dei bassi tassi di interesse.

A maggio, i tassi sui depositi sono stati nuovamente abbassati, portando il rendimento dei conti vincolati a poco più dell’1%. Una soglia così esigua ha spinto diversi istituti a ricorrere a strategie sempre più creative — e, in alcuni casi, borderline sul piano normativo — per trattenere i clienti e accrescere la raccolta.

La normativa cinese, introdotta nel 2018, vieta esplicitamente l’uso di “mezzi inappropriati” come premi, rimborsi o bonus in denaro per incentivare il risparmio. Il regolatore ha ordinato l’interruzione immediata delle promozioni non conformi e la rimozione di tutto il materiale pubblicitario associato.

In una nota, Ping An Bank ha minimizzato l’accaduto, sostenendo che la promozione era limitata a una sola filiale. Nessun commento, invece, da parte della sede centrale della banca e da quella dell’ente regolatore.

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