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Auto usate battono le nuove: gli italiani scelgono il risparmio e dicono no all’elettrico

Boom del mercato dell’usato: 8 su 10 pronti a spendere meno di 20mila euro, ma solo l’8% pensa a un’auto elettrica. La mobilità privata resta un’esigenza irrinunciabile

Auto usate battono le nuove: gli italiani scelgono il risparmio e dicono no all’elettrico

Sempre più italiani scelgono l’usato. È quanto emerge dall’ultima instant survey di Areté, società specializzata in consulenze automotive, che fotografa una trasformazione profonda nelle abitudini di acquisto: nel 2023, il mercato delle auto di seconda mano ha doppiato quello del nuovo con 3,1 milioni di unità contro 1,5 milioni.

Le ragioni? Prima fra tutte la convenienza economica: acquistare un’auto usata permette di accedere a modelli più spaziosi a costi contenuti. Il 51% degli intervistati ha speso meno di 10.000 euro, mentre un ulteriore 33% si è fermato tra i 10.000 e i 20.000. Solo una fetta marginale del mercato supera tale soglia.

Un dato interessante riguarda le preferenze motoristiche: l’ibrido conquista consensi, mentre le auto totalmente elettriche restano indietro, con appena l’8% di interesse. La maggioranza punta ancora su motori benzina, diesel o GPL, in parte per abitudine, in parte per dubbi sull’autonomia e sull’infrastruttura di ricarica.

Secondo Massimo Ghenzer, presidente di Areté, “il caro-prezzi, l’instabilità economica e i modelli usati sempre più efficienti rendono oggi l’usato un rifugio sicuro per quasi due consumatori su tre”. Una via d’uscita, insomma, per chi non può permettersi l’acquisto di un’auto nuova e deve comunque cambiare un veicolo vecchio, spesso inquinante e insicuro: il 41% guida un’auto con più di 10 anni, e solo il 20% ne ha una con meno di 5.

Fidarsi è bene, provarla è meglio: due acquirenti su tre effettuano un test drive prima di concludere l’acquisto, a conferma di una cauta fiducia nel mercato dell’usato. Un dato che segnala attenzione, ma anche un rischio latente di truffe o acquisti sbagliati.

Un altro nodo riguarda le restrizioni alla mobilità per veicoli più vecchi, soprattutto Diesel Euro 5. “Vietarne la circolazione penalizza l’italiano medio”, ha commentato Ghenzer. “È una scelta che va contro il diritto alla mobilità privata, ancora fondamentale per milioni di famiglie”.

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