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Londra celebra Siena: alla National Gallery la prima grande mostra sull’arte senese del Trecento

"Siena: The Rise of Painting 1300–1350” racconta un’epoca di splendore culturale e spirituale attraverso capolavori di Duccio, Lorenzetti e Simone Martini

Londra celebra Siena: alla National Gallery la prima grande mostra sull’arte senese del Trecento

La National Gallery di Londra racconta l’Italia con Siena: The Rise of Painting 1300-1350, la prima grande mostra interamente dedicata alla pittura senese del primo Trecento. Curata da Joanna Cannon e Caroline Campbell, in collaborazione con Stephan Wolohojian e il Metropolitan Museum of Art di New York, l’esposizione rappresenta un viaggio immersivo in uno dei momenti più fecondi e originali della storia artistica europea.

L’ingresso è dominato da una delle opere simbolo della mostra: la Madonna Stoclet di Duccio di Buoninsegna. Un dipinto di piccole dimensioni ma di enorme forza espressiva, che introduce il visitatore al clima aulico e meditativo della mostra. Rispetto ai modelli bizantini, Duccio umanizza la figura della Vergine, rendendola tenera, delicata, capace di emozioni riconoscibili. È l’inizio di un nuovo linguaggio pittorico, profondamente legato alla spiritualità ma anche all’esperienza quotidiana dell’uomo medievale.

La mostra si concentra su un periodo cruciale per Siena, tra la vittoria di Montaperti (1260) e il governo illuminato dei Nove (1287–1355), in cui la città visse un'eccezionale fioritura culturale. Situata lungo la via Francigena, crocevia di rotte commerciali e spirituali, Siena fu ponte tra nord e sud, tra occidente e oriente, come testimoniano i documenti che attestano presenze senesi a Tabriz, nell’Impero mongolo, già agli inizi del XIV secolo.

Il percorso espositivo mescola pittura, oreficeria, miniature, tessuti e scultura, offrendo un distillato prezioso dell’universo senese. Tra i punti più alti, l’Annunciazione di Ambrogio Lorenzetti colpisce per la raffinatezza dorata e la costruzione spaziale: un’architettura mentale e spirituale dove le parole dell’angelo sembrano fluttuare lungo l’orizzonte.

Il gran finale è dedicato alla fortuna europea di Simone Martini, il grande innovatore della pittura cortese. Il suo Polittico Orsini, capolavoro portatile destinato alla devozione privata, è messo in dialogo con opere di area francese e inglese, come il Dittico Wilton e le celebri Très Riches Heures dei fratelli Limbourg. Questi confronti dimostrano come le tecniche e i motivi dell’arte senese abbiano influenzato profondamente i maestri d’Oltralpe, contribuendo alla formazione di un’identità artistica europea condivisa.
Al centro della mostra, in ogni sala, c’è sempre Maria: figura teologica e simbolo umano insieme, la Vergine diventa veicolo di emozioni, di dialogo interiore, di bellezza e contemplazione.

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