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Animali
18 Giugno 2025 - 15:50
Uno studio recente ha rivelato una tecnica innovativa e naturale per diminuire fino all’81% alcune emissioni azotate prodotte dagli allevamenti intensivi, responsabili di un significativo impatto ambientale e contributori del cambiamento climatico. In particolare, l’attenzione si è concentrata sulle emissioni di ammoniaca (NH3) e protossido di azoto (N2O), due composti derivanti soprattutto dalle urine degli animali e che influenzano gravemente gli ecosistemi e il clima.
L’ammoniaca provoca l’acidificazione eccessiva dei suoli e l’eutrofizzazione delle acque, mentre il protossido di azoto è un gas serra potentissimo, con un effetto sul riscaldamento globale circa 270 volte superiore rispetto alla CO2, e rimane nell’atmosfera per circa 150 anni aggravando la crisi climatica. Poiché circa l’80% delle emissioni di questi composti proviene dall’agricoltura, e in particolare dagli allevamenti intensivi, trovare una soluzione efficace è di fondamentale importanza.
La scoperta chiave è stata quella di integrare la dieta dei bovini con un additivo naturale: le foglie di salice. Queste sono ricche di salicilati e tannini, sostanze in grado di modificare il metabolismo dell’azoto e dell’urea negli animali, riducendo così il rilascio di ammoniaca e protossido di azoto nell’ambiente.
Il team internazionale di scienziati, guidato dal professor Björn Kuhla dell’Istituto per la biologia degli animali da fattoria (FBN) di Dummerstorf, ha condotto esperimenti con otto vitelli di razza Holstein, una delle più comuni per la produzione di latte in Europa. Alcuni vitelli sono stati nutriti con mangimi arricchiti con foglie di salice, mentre altri con erba medica. Attraverso analisi dettagliate di urine, feci, respiro e sangue, i ricercatori hanno riscontrato una significativa diminuzione delle emissioni di NH3 e N2O nei soggetti alimentati con salice.
I risultati mostrano che l’integrazione con foglie di salice riduce le emissioni di ammoniaca del 14% e quelle di protossido di azoto addirittura dell’81%, grazie anche all’inibizione dei processi batterici responsabili del rilascio di N2O dal suolo. Kuhla ha sottolineato che questo metodo rappresenta una soluzione sostenibile e locale, particolarmente adatta per allevamenti al pascolo dove altre strategie risultano inefficaci.
Sebbene i test siano stati condotti in laboratorio, i ricercatori puntano a ulteriori studi sul campo, estendendo le ricerche anche ad altre specie come ovini e caprini. Il miglioramento della sostenibilità ambientale degli allevamenti è essenziale, considerando che alcune grandi aziende zootecniche hanno un impatto climatico paragonabile a quello di importanti Paesi industrializzati.
Va anche ricordato che, mentre questa tecnica agisce sulle emissioni azotate, il metano prodotto dalla fermentazione intestinale degli animali resta un altro importante gas serra da affrontare con altre strategie. Inoltre, la ricerca pone l’accento sulla necessità di sostenere allevamenti più etici e rispettosi del benessere animale, come quelli al pascolo.
La ricerca completa dal titolo “Feeding salicylates containing willow leaves to cattle modulates urea metabolism and mitigates urine-derived ammonia and nitrous oxide emissions from soil” è stata pubblicata sulla rivista Agriculture, Ecosystems & Environment.
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