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18 Giugno 2025 - 16:05
Un aereo Ryanair
In un'epoca in cui il tempo è una risorsa preziosa, un ritardo aereo può trasformarsi in un vero e proprio incubo. È quanto accaduto il 13 agosto 2023, quando il volo FR4917 di Ryanair, previsto per le 17.20 dall'aeroporto di Torino-Caselle a quello di Palermo Punta Raisi, è decollato solo alle 0.35 del giorno successivo. Un ritardo di sette ore che ha spinto un passeggero a rivolgersi a "ItaliaRimborso", una società specializzata nella tutela dei diritti dei viaggiatori.
Il volo, che normalmente dura un'ora e quaranta minuti, si è trasformato in un'odissea per i passeggeri, giunti a destinazione alle 1.50 del 14 agosto. La vicenda ha assunto una svolta legale quando il passeggero, assistito dalla claim company trapanese, ha deciso di portare la questione in tribunale. Il giudice di pace di Palermo ha emesso una sentenza favorevole, condannando Ryanair al pagamento di una compensazione pecuniaria di 250 euro, come previsto dal regolamento CE n. 261/2004.
La decisione del giudice si basa sul fatto che Ryanair non ha fornito alcuna prova di circostanze eccezionali che giustificassero il ritardo. Inoltre, la compagnia aerea aveva respinto la richiesta extragiudiziale del passeggero, sostenendo che avrebbe dovuto inviare un reclamo preventivo tramite i canali indicati dalla compagnia stessa. Tuttavia, il giudice ha ritenuto tale richiesta vessatoria e in contrasto con la normativa europea, che tutela in modo inderogabile i diritti dei passeggeri.
Questa sentenza rappresenta un precedente significativo nella tutela dei diritti dei viaggiatori. "ItaliaRimborso" ha accolto con soddisfazione la pronuncia, sottolineando l'importanza di difendere i diritti fondamentali dei passeggeri. La società invita chiunque abbia subito ritardi, cancellazioni o overbooking a verificare la possibilità di ottenere un risarcimento tramite il loro sito web.
Il caso Ryanair è un monito per tutte le compagnie aeree: il rispetto delle normative europee non è solo un obbligo legale, ma anche un dovere morale nei confronti dei passeggeri. La sentenza di Palermo potrebbe aprire la strada a ulteriori azioni legali da parte dei passeggeri che si trovano in situazioni simili.
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