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Animali
18 Giugno 2025 - 16:35
Ragno
Un ragno apparentemente innocuo si è rivelato uno dei predatori più ingegnosi del regno animale. Uloborus Plumipes, comune in serre e vivai, non possiede ghiandole velenifere come la maggior parte dei suoi simili, ma ha sviluppato un’arma altrettanto letale: il vomito tossico. Lo rivela una recente ricerca pubblicata su BMC Biology e coordinata dall’Università di Losanna.
Tutto è cominciato da un vecchio disegno pubblicato 94 anni fa, che suggeriva un comportamento insolito di questa specie: l’espulsione di tossine per bagnare la tela e neutralizzare le prede. Per verificare l’ipotesi, i ricercatori hanno catturato esemplari del ragno e li hanno analizzati in laboratorio.
Osservazioni al microscopio hanno rivelato un dettaglio sorprendente: questi ragni sono privati delle tipiche ghiandole del veleno, ma presentano alti livelli di espressione genica nell’intestino tenue. I test hanno confermato che le sostanze espulse — pur diverse da quelle di altri aracnidi — risultano altrettanto mortali per le prede, come dimostrato durante le sperimentazioni su moscerini della frutta.
L’apparente innocuità dell’Uloborus Plumipes è dunque ingannevole: la sua tecnica, che unisce seta e tossine digestive, gli consente di immobilizzare e digerire la preda con un’efficacia simile a quella dei ragni velenosi. I ricercatori ipotizzano che muscoli presenti nella testa facilitino il rilascio controllato del fluido tossico.
La scoperta non solo rivoluziona la comprensione dell’evoluzione predatoria nei ragni, ma apre la strada a nuove ricerche sulle tossine intestinali, potenzialmente utili in ambito farmacologico o biotecnologico. Un altro esempio, insomma, di come in natura i meccanismi più imprevedibili possano rivelarsi i più sofisticati.
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