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Curiosità

Come preparare l’acqua di San Giovanni

La guida semplice al rituale della notte del 23 giugno per attirare fortuna e benessere.

Come preparare l’acqua di San Giovanni

La notte del 23 giugno è da sempre avvolta da un’aura di magia e mistero. Secondo la tradizione popolare, proprio in questa serata si prepara la celebre “acqua di San Giovanni”, destinata a raccogliere la preziosa rugiada celeste.

Si narra che quest’acqua possieda proprietà protettive e benefiche: capace di tenere lontani mali e sventure, sarebbe anche portatrice di salute, fortuna e abbondanza.

Vecchie leggende raccontano che, durante questa notte speciale, delle streghe si radunassero attorno a un antico albero di noce. Dai frutti ancora acerbi e bagnati di rugiada, si dice preparassero il nocino, un liquore carico di poteri terapeutici. Ancora oggi, la tradizione vuole che il nocino venga prodotto proprio il giorno di San Giovanni, utilizzando le noci raccolte al tramonto del 23 giugno.

La creazione dell’acqua di San Giovanni ha inizio proprio con il calar del sole del 23 giugno. Gli ingredienti variano in base ai gusti personali e alla vegetazione del luogo, anche se si privilegiano le erbe aromatiche. Tra le piante più utilizzate ci sono: fiori di iperico, lavanda, artemisia, malva, menta (sia fiori che foglie), rosmarino, salvia, ma anche fiordalisi, papaveri, camomilla e petali di rosa, a seconda della stagione e della disponibilità.

I fiori e i rametti vanno raccolti dopo il tramonto e immersi in una bacinella colma d’acqua. È fondamentale che il tutto venga lasciato all’aperto per l’intera notte, così che l’infusione possa impregnarsi della rugiada, ritenuta carica di poteri benefici.

All’alba del 24 giugno, l’acqua così ottenuta viene utilizzata per lavare mani e volto, in un gesto simbolico di purificazione e buon auspicio. Un rito che, secondo la leggenda, è in grado di attrarre amore, benessere e prosperità.

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