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Economia
18 Giugno 2025 - 22:35
L'industria alimentare italiana, rappresentata da Unione italiana food, ha chiuso il 2024 con un fatturato di 58 miliardi di euro, un incremento del 2,6% rispetto all'anno precedente. A trainare questo risultato sono principalmente le esportazioni, che rappresentano il 40% del totale, pari a 23 miliardi di euro, con una crescita dell'11,4% rispetto al 2023. I principali mercati di riferimento per i prodotti agroalimentari italiani includono Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Spagna e Polonia, mentre Asia, Nord Europa e Medio Oriente offrono nuove opportunità per alimenti salutistici e plant-based.
Il dato è stato condiviso nel rapporto annuale di Unione italiana food, presentato in occasione dell’assemblea annuale, svoltasi all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Durante l'incontro, oltre 500 aziende associate, con più di 100.000 occupati, hanno discusso non solo i risultati ottenuti, ma anche le sfide economiche e geopolitiche che influenzano il settore, come le minacce di dazi e i conflitti internazionali.
Secondo Paolo Barilla, presidente di Unione italiana food, il punto di forza dell'industria agroalimentare italiana risiede nella sua flessibilità e nella qualità dei prodotti. "L'Italia può far bene", ha dichiarato, nonostante la difficile congiuntura economica. La chiave, secondo Barilla, è la capacità di adattarsi ai cambiamenti e investire continuamente nell’innovazione. L’Italia, infatti, continua a puntare sull’eccellenza dei suoi prodotti, elemento distintivo che rappresenta una forza nei mercati esteri. L’industria alimentare investe ogni anno circa il 5% del suo fatturato in innovazione e sostenibilità, un impegno che ha permesso di sviluppare nuove tecnologie e rispondere rapidamente alle tendenze del mercato globale.
Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha sottolineato l'importanza di una produzione alimentare che rispetti l’ambiente. "In un momento come questo, mantenere una produzione che non impatti sull’ambiente è una questione cruciale", ha dichiarato durante l’assemblea. Petrini ha ribadito che l'industria alimentare può giocare un ruolo fondamentale nel produrre cibi sostenibili e difendere la cultura alimentare italiana all’estero. "Nessuno è forte fuori se non è forte a casa sua", ha aggiunto, facendo riferimento all’importanza di un made in Italy solido e sostenibile.
Tra i comparti che hanno registrato segnali di crescita, la pasta spicca con oltre 4 milioni di tonnellate prodotte (+5%), con una quota di export che raggiunge il 58%. Il comparto dolciario ha visto un fatturato vicino ai 19 miliardi di euro, compensando la contrazione dei consumi interni grazie all’export. Anche i surgelati (+1,8%) e il caffè (+8,5%) sono in espansione. Settori emergenti come i prodotti vegetali e le preparazioni alimentari stanno registrando un buon andamento, con una crescita particolare per i prodotti premium che coniugano praticità e gusto. Infine, l'industria degli integratori è in forte espansione, con un fatturato di 4,9 miliardi di euro (+5,9%).
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