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19 Giugno 2025 - 14:20
Il colpo di Venere alla maturità 2025
Nella seconda prova della maturità 2025, gli studenti del liceo scientifico si sono trovati davanti quesiti di matematica piuttosto classici, tra funzioni, grafici e calcoli di probabilità. Ma uno in particolare ha attirato l'attenzione di molti per il suo inaspettato rimando letterario e culturale.
Tra i problemi proposti, infatti, c'era una citazione tratta dal De divinatione di Cicerone (II, 21, 48):
«Siccome mi sembrava che per puro caso alcuni fatti fossero avvenuti così com'erano stati predetti dagli indovini, tu hai parlato a lungo del caso, e hai detto, per esempio, che si può ottenere il “colpo di Venere” lanciando a caso quattro dadi […].»
A partire da questa citazione, agli studenti è stato chiesto di calcolare:
la probabilità di ottenere il colpo di Venere, cioè 4 numeri tutti diversi lanciando 4 dadi a 4 facce;
la probabilità di ottenere invece 4 numeri tutti uguali.
Ma che cos'è esattamente il colpo di Venere?
Nell'antica Roma il gioco dei dadi era amatissimo, non solo come passatempo e forma di gioco d'azzardo, ma anche come strumento di divinazione. Si usavano spesso gli astragali, piccoli dadi a più facce (spesso quattro), i cui risultati venivano interpretati dagli indovini per leggere il futuro.
Alcune combinazioni erano considerate particolarmente fortunate o sfortunate. Il "colpo di Venere" (iactus Veneris) era la migliore combinazione possibile: ottenerla significava che tutti i desideri si sarebbero avverati. Al contrario, il famigerato "colpo del cane" (iactus canis) indicava una sorte avversa: nulla si sarebbe realizzato.
Nel caso citato da Cicerone, il colpo di Venere consiste nell'ottenere 4 numeri diversi su 4 dadi a 4 facce, una combinazione rara e fortunata. Il quesito, dunque, non era solo una questione di probabilità, ma un invito a riflettere – come Cicerone – su quanto il caso giochi un ruolo nelle nostre vite.
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