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Massive Attack a Milano: un concerto di bassi e resistenza

La band ha unito la potenza della musica a un messaggio forte di impegno civile, con un omaggio a Gaza e una cover di Gigi D’Agostino

Massive Attack a Milano: un concerto di bassi e resistenza

I Massive Attack in concerto

Il concerto dei Massive Attack al Parco della Musica di Milano non è stato solo un evento musicale, ma una manifestazione di resistenza e consapevolezza. La band, da sempre simbolo di impegno civile, ha portato sul palco un messaggio potente di denuncia. Robert "3D" Del Naja e Grant "Daddy G" Marshall, due leggende del Bristol Sound, hanno preso una posizione netta su temi attuali come la guerra in Ucraina e la situazione in Palestina, ricordandoci quanto sia urgente agire nel presente per cambiare il futuro.

Nonostante l'assenza di nuovi album dal 2010, la band ha dimostrato di essere ancora un punto di riferimento culturale. L'evento si è aperto con un intervento di Medici Senza Frontiere, in cui si è chiesto il cessate il fuoco a Gaza, mentre sullo schermo scorrevano immagini forti: dal conflitto in corso alle immagini di disinformazione alimentata dai social media. I Massive Attack hanno utilizzato il palco per sensibilizzare e scuotere le coscienze, mescolando la loro musica con immagini distopiche e reportage in tempo reale, ricordando a tutti quanto sia facile cadere nell'apatia davanti alla sofferenza del mondo.

Un momento particolarmente memorabile è stato quando la band ha suonato In My Mind di Gigi D’Agostino, una scelta che ha colpito per la sua ironia, ma anche per la sua capacità di mischiare diversi mondi musicali, dal trip hop all’elettronica più dance. Questo richiamo alla club culture, insieme ai potenti bassi tipici dei loro live, ha dato al concerto un’atmosfera unica, rendendo ancora più forte il contrasto tra il divertimento superficiale e le gravi questioni globali trattate durante lo show.

Il concerto ha visto l'esecuzione di brani iconici come Teardrop e Unfinished Sympathy, ma anche incursioni in territori più oscuri, con le immagini dei leader politici globali come Donald Trump e Vladimir Putin proiettate sullo schermo. Una critica feroce alla politica mondiale, con l’obiettivo di portare alla luce le contraddizioni e le ingiustizie che vengono troppo spesso ignorate. Un invito a non dimenticare che la musica, quando è fatta con consapevolezza, può ancora essere uno strumento di cambiamento.

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